«Ora fare rete Il portale web va potenziato»
«Bene che si stia potenziando la struttura territoriale, ma ci sono molte cose da migliorare». Erika Conforti, 35 anni, è uno dei medici di medicina generale che ha iniziato a usare la piattaforma per monitorare i pazienti fragili e cercare di far emergere i casi«sommersi» di coronavirus.
Come è strutturato il portale? «Riporta un elenco dei pazienti considerati più fragili. In un’altra sezione sono registrati i casi accertati di Covid-19 e i loro contatti diretti».
Qual è il vostro compito?
«Per ogni paziente fragile dobbiamo indicare fattori di rischio e cronicità, maggiore è la fragilità e più frequente-mente va monitorato. Non c’è ancora uno spazio per indicare se hanno sintomi sospetti». E il secondo elenco? «Mostra i casi confermati e se sono ricoverati o no. Per ora ci è solo permesso di indicare se i positivi sono vivi, senza altre note (sintomi, terapie in atto). In un’altra sezione possiamo aggiungere i nomi dei sospetti malati di Covid da monitorare, ma solo i sintomatici con contatto noto con un caso accertato e va specificato il nome». Quanti potrebbero essere?
«Ho un gran numero di pazienti non fragili e in età giovane/adulta con febbricola persistente, tosse secca e altri sintomi sospetti che non hanno avuto un contatto noto con un caso accertato. Li metto in isolamento fiduciario, per ora non c’ è possibilità di segnalarli».
Cosa fa quando si aggravano le condizioni di un sospetto?
«Se fanno fatica a respirare, li invio al pronto soccorso con mascherina e guanti, altrimenti dico loro di chiamare il 118». Cos’altro si potrebbe fare?
«Più tamponi. E utilizzare di più la medicina territoriale per identificare i malati nelle fasi iniziali, utile per rallentare i contagi e per rendere più efficaci le terapie a cui spesso si giunge tardi».