Spesa contadina a domicilio
Ceste di verdure e riso dalle cascine allo zerbino
Al telefono qualcuno ha il coraggio di chiedere peperoni e pomodori. Vittoria Mambretti di Cascina Biblioteca difende gli incauti. «Li vedono al supermercato, il sole splende e così credono sia già il momento», dice. Invece nell’orto, nonostante le temperature, è stagione di insalata, cipollotti, erbette, spinaci, delle prime zucchine e degli ultimi cavoli. Dalla cascina in zona Lambrate, tre ettari di terra coltivata a orticole, partono ogni giorno una trentina di cassette di ortaggi. Destinazione zone est di Milano e centro storico. «Arriviamo anche più lontano, ma solo per ordini robusti», bisbiglia Mambretti, che vorrebbe accontentare tutti. «Eravamo abituati alla vendita diretta, ai milanesi piace venire in cascina. Siamo una cooperativa sociale che dà lavoro a giovani fragili, il fallimento non è contemplato, ci siamo organizzati per consegnare sullo zerbino di casa. In una settimana abbiamo quintuplicato gli ordini». Verdura appena colta, frutta («kiwi, mele, limoni, di agricoltori amici») e qualche sorpresa. Come lo shiso, il basilico orientale a foglia rossa, la mitzuna, una rucola più fresca e la senape, «per aggiungere un tocco piccante all’insalata».
Cassette alimentari a domicilio anche da parte di Cascina Battivacco, azienda agricola a conduzione familiare (terza generazione) alla Barona. «Siamo a cinquecento metri in linea d’aria dalla metro Famagosta, ma la sensazione che prova chi arriva qui è di stare in campagna», racconta Lucia Fedeli. Territorio così rurale da impiantare una cultura di riso, «Carnaroli, Arborio, Vialone nano e una varietà nera che chiamiamo Otello», e un allevamento di bovini, razza Limousine (alimentati solo con foraggio della cascina). Ordinare è semplice. «Listino online, consegne da giovedì a sabato in mano a un amico che fa catering e aveva i furgoncini refrigerati fermi. Oltre a carne, riso e farina di mais, offriamo frutta e ortaggi, miele e latticini di produttori del Parco Agricolo Milano Sud».
Nel forno di Cascina Santa Brera, a San Giuliano Milanese, si panifica quotidianamente. Pane integrale, pagnotte rustiche, focaccia. «Quasi più di prima, quando ero a Milano tutte le settimane per i mercati contadini», ammette Irene Di Carpegna. L’idea della spesa a casa è arrivata proprio dai clienti orfani. «Mi chiamavano sconsolati, mi è venuta l’idea di dividere la città in spicchi e seguire il calendario abituale. Consegno di martedì in Ticinese nello stesso giorno del mercato di piazza San Eustorgio, mercoledì era il giorno di piazza Santa Francesca Romana e quindi è il turno di Porta Venezia e così via», spiega. Nella cesta c’è spazio anche per torte salate, pasta fresca, ortaggi, uova e carne («i bovini di razza Varzese pascolano nei campi qui dietro»).
Formaggio? Yogurt fresco? Ci pensa la cascina Guzzafame di Vigano Certosino, appena dopo Corsico. «Ricotta, primosale, il Guzza, un semi stagionato, e poi uno stracchino dolce e il biancaneve, lavorato come il brie», elenca Francesca Monti. A loro si ordinano anche uova, verdura e carne.