Medie lontane per tre su dieci
Bicocca, dossier per il ritorno sui banchi a settembre «Viaggi di chilometri, difficile spostarsi a piedi o in bici Va misurato l’impatto sul trasporto pubblico urbano»
Studio dell’Università Bicocca su 100 mila alunni: scuole distanti e grande impatto sui trasporti.
Andare a scuola a piedi o in bicicletta a Milano è un’ipotesi da scartare per migliaia di alunni di elementari e medie. Fino a tre su dieci sono iscritti a un istituto distante da casa almeno due chilometri. «Si partirà anche da questi dati per organizzare la riapertura delle scuole, l’impatto sui trasporti è un punto centrale. E un piano per le scuole va preparato da subito, ogni istituto dovrebbe avere un mobility manager», dice Francesca Zajczyk. Docente di sociologia urbana all’università Bicocca, Zajczyk ha coordinato il gruppo di ricerca che ha preparato lo studio su scuola e mobilità per la Fase 2 e lo presenterà oggi in Comune.
Quali sono le vostre osservazioni?
«Abbiamo elaborato i dati di centomila alunni iscritti alle scuole materne, elementari e medie, sulla distanza casascuola: gli studenti che abitano a più di due chilometri sono almeno il 30% alle medie e sono due su dieci anche alle elementari. Numeri più alti di quelli che ci aspettavamo. Incidono le scelte delle famiglie che iscrivono i figli anche fuori zona perché considerano i progetti proposti dagli istituti. E sappiamo che alcune scuole sono più attrattive di altre. Gli spostamenti sono anche di diversi chilometri, difficile immaginare che avvengano a piedi o in bici, quindi va considerato l’impatto sul trasporto, in alcune zone, a partire dal centro, il carico sulla mobilità sarà maggiore. Oggi consegnerò le mappe che evidenziano questi dati, abbiamo valutato i percorsi degli alunni in ogni istituto cittadino. Saranno una base utile per progettare il rientro a scuola».
E’ stata considerata anche una riapertura anticipata per materne ed elementari.
«È stata ipotizzata in uno studio del Politecnico. Ma vanno considerati questi nuovi dati sulla distanza fra casa e scuola: in molti casi è largamente superiore ai due chilometri, significa considerare per migliaia di alunni spostamenti in autobus, tram o metropolitana, o, peggio, in auto. Prima va preparato un piano,per essere pronti a settembre».
Quali strategie suggerite? «Stiamo lavorando sui tempi della città. La parola chiave per la riapertura è “desincronizzare” per evitare gli assembramenti. Quindi si dovranno coordinare anche scuole e , aziende, occorre iniziare subito a raccogliere dati e programmare gli interventi. Ogni istituto dovrebbe avere un mobility manager, una figura che nelle università c’è già da tempo».
Quale ruolo avrà?
«Dovrà studiare l’organizzazione interna dell’istituto per utilizzare al meglio gli spazi di ogni sede, dalle mense alle palestre ai giardini. E
Le fasce orarie Stiamo lavorando sui tempi della città. La parola chiave del piano sarà desincronizzare
La riorganizzazione Ogni plesso dovrà utilizzare al meglio gli spazi, dalle mense alle palestre ai giardini
dovrà anche coordinare gli interventi con il territorio. Penso alle scuole medie che non hanno una mensa: se l’orario sarà flessibile e allungato potrebbero utilizzare quelle aziendali nel quartiere ma occorre muoversi sin d’ora». Intanto consegnate questo studio per la Fase 2.
«Presenterò la ricerca alla commissione, che guido, sui Tempi della città, che è stata istituita presso l’assessorato al Lavoro. Ci siamo riuniti anche ieri e dalle aziende partecipate come dalle multinazionali arriva la richiesta di chiarimenti sul piano per settembre, con la riapertura delle scuole».