Dimezzati i ricoveri gravi E Sondrio azzera i contagi
La Valtellina prima provincia senza nuovi positivi In terapia intensiva 680 pazienti dai 1.400 del 3 aprile I dati inviati al governo per le valutazioni sulla fase 2
Meno di mille contagi, ma i decessi risalgono oltre quota 100. Intanto la Lombardia che guarda alla Fase 2 segna il primo giorno con contagio zero in una provincia. È quella di Sondrio, che però è anche quella dove il Covid-19 ha colpito con minore intensità. Da inizio aprile i ricoveri in Terapia intensiva sono dimezzati: «Segno che le regole del lockdown hanno funzionato».
Gli effetti del lockdown si vedono più in Valtellina che a Milano. Mentre nel capoluogo lombardo i dati dei contagi continuano ad oscillare (+ 188 in provincia, solo 79 in città), dopo oltre due mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19 arriva la prima provincia a crescita zero. È quella di Sondrio, dove i contagi ufficiali sono rimasti fermi a 1.132, lo stesso dato di domenica, mentre sabato erano stati solo 2 in più. Certo, la provincia di Sondrio è quella meno colpita dall’epidemia, ma il dato, anche se di poco, era cresciuto ogni giorno. Va detto che i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, a causa della giornata festiva, sono stati meno della metà dei giorni scorsi: solo 5.053 in totale.
Ma lo stop è comunque un piccolo segnale, quindi, per quello che l’aggiornamento dei dati giornalieri può valere. Perché se è vero che quelli forniti dall’Unità di crisi della Regione
sono i soli numeri ufficiali, è evidente come i casi siano ancora sottostimati. E di molto. C’è però un altro indicatore, stavolta ben più affidabile: quello dei ricoveri in ospedale. I malati per coronavirus in Terapia intensiva sono 680: meno della metà di quanti la Lombardia ne registrava solo a inizio aprile. «Il 3 aprile avevamo 1.400 persone in terapia intensiva», ha sottolineato il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala: «Questo significa che le misure del lockdown hanno funzionato. Tre milioni di lombardi hanno compilato i questionari sull’app regionale».
Oltre alle terapie intensive, calano anche i ricoveri meno gravi: -956 in 24 ore per un totale di 7.525 posti letto. Dati che con il nuovo Dpcm presentato domenica sera dal premier Giuseppe Conte acquisiscono un ruolo ancora più centrale per capire non solo come sta evolvendo la pandemia ma anche come procederà la cosiddetta Fase 2. Perché sulla riapertura aleggia l’incubo di una nuova ondata, visto che di coronavirus si continua a morire: dopo il calo di domenica, le vittime sono tornate sopra quota cento, con 124 nuovi decessi per un totale di 13.449. Il decreto del Governo prevede infatti un monitoraggio su base giornaliera dell’andamento di contagi, decessi e ricoveri,
Il monitoraggio I tecnici di ministero e Istituto di Sanità potranno istituire zone rosse temporanee
con la possibilità che i tecnici del ministero della Salute e dell’Iss possano adottare nuovi stop anche su base territoriale. In sostanza, se a maggio la curva discendente dovesse invertirsi, da Roma potrebbe arrivare l’ordine di istituire «zone rosse» per spostamenti e chiusure.
In attesa di esami sierologici affidabili che restituiscano dati più corposi sui contagi «sommersi» (gli esperti ipotizzano per la Lombardia tra i 250 e i 350 mila positivi, contro un dato ufficiale di 73.479), sarà proprio l’analisi delle curve di crescita a fornire indicazioni sulla progressiva riapertura. Lombardia e Piemonte sono in questo momento osservate speciali e qui il caso che preoccupa di più è proprio l’andamento di Milano. Sono 18.559 i casi nell’area metropolitana e 7.867 quelli nel capoluogo.