Lo scultore dello spaccio
Nell’atelier nascondeva una serra-laboratorio di marijuana: arrestato uno scultore-pusher.
Lo scultore (simpatizzante) anarchico e l’arte criminale anziché l’arte in se stessa. Ha quarant’anni, nel 2007 si è laureato a Brera e da allora ha collezionato qualche piccola mostra e un bel po’ di fiaschi. Era incensurato fino alla vigilia della Liberazione quando l’hanno arrestato e spedito a San Vittore in conseguenza di prove inequivocabili, tant’è che agli investigatori non ha detto nulla non essendoci nulla da dire. Zero spiegazioni, zero difese. Nell’appartamento al piano terra in zona Bovisa, una botola conduceva a un seminterrato, nelle origini destinato alle creazioni scultoree di arte moderna e invece dedicato alla primaria attività: quella di fornitore di droga. In ordine sparso, gli agenti hanno scovato una serra munita di lampade, termometri e ventole per coltivare ed essiccare la marijuana e un sofisticato e costoso macchinario per sigillare le buste. La marijuana: c’erano undici chili e mezzo in barattoli più un quaderno contabile con annotati nomi, cifre, date. Un libro mastro assai interessante e ancor più utile, in quanto il commissariato Sempione, autore dell’operazione, è convinto che il peso specifico dello scultore, nella rete delinquenziale milanese, non si limiti a quello di semplice pusher fra i tanti pusher di quartiere. Motivo per il quale, va da sé, gli accertamenti proseguono e potrebbero regalare maggiori novità. L’uomo, che ha origini sudamericane ma da tempo è a Milano, si serviva per veicolare lo stupefacente dei pony express. Contattava dalla app del cellulare una delle famose piattaforme che consegna cibo, in questo caso completamente estranea a ogni accusa così come i vettori della droga in bicicletta, e organizzava spedizioni a domicilio. Del resto di questi tempi meglio non farsi beccare in giro con addosso discrete quantità di marijuana. Parentesi doverosa: a eseguire la cattura sono stati gli agenti diretti dalla dottoressa Anna Laruccia, che nei suoi passaggi ai vertici dei commissariati cittadini s’è sempre distinta per far lavorare al meglio (anche) le squadre investigative: appoggiare, sostenere, fidarsi. I risultati arrivano soltanto così, il resto son parole. Lo scultore (simpatizzante) anarchico è legato ai centri sociali anche come giro di clientela: ora gli antagonisti dovranno trovarsi un nuovo pusher di riferimento.