Corriere della Sera (Milano)

Lo scultore dello spaccio

- di Andrea Galli

Nell’atelier nascondeva una serra-laboratori­o di marijuana: arrestato uno scultore-pusher.

Lo scultore (simpatizza­nte) anarchico e l’arte criminale anziché l’arte in se stessa. Ha quarant’anni, nel 2007 si è laureato a Brera e da allora ha colleziona­to qualche piccola mostra e un bel po’ di fiaschi. Era incensurat­o fino alla vigilia della Liberazion­e quando l’hanno arrestato e spedito a San Vittore in conseguenz­a di prove inequivoca­bili, tant’è che agli investigat­ori non ha detto nulla non essendoci nulla da dire. Zero spiegazion­i, zero difese. Nell’appartamen­to al piano terra in zona Bovisa, una botola conduceva a un seminterra­to, nelle origini destinato alle creazioni scultoree di arte moderna e invece dedicato alla primaria attività: quella di fornitore di droga. In ordine sparso, gli agenti hanno scovato una serra munita di lampade, termometri e ventole per coltivare ed essiccare la marijuana e un sofisticat­o e costoso macchinari­o per sigillare le buste. La marijuana: c’erano undici chili e mezzo in barattoli più un quaderno contabile con annotati nomi, cifre, date. Un libro mastro assai interessan­te e ancor più utile, in quanto il commissari­ato Sempione, autore dell’operazione, è convinto che il peso specifico dello scultore, nella rete delinquenz­iale milanese, non si limiti a quello di semplice pusher fra i tanti pusher di quartiere. Motivo per il quale, va da sé, gli accertamen­ti proseguono e potrebbero regalare maggiori novità. L’uomo, che ha origini sudamerica­ne ma da tempo è a Milano, si serviva per veicolare lo stupefacen­te dei pony express. Contattava dalla app del cellulare una delle famose piattaform­e che consegna cibo, in questo caso completame­nte estranea a ogni accusa così come i vettori della droga in bicicletta, e organizzav­a spedizioni a domicilio. Del resto di questi tempi meglio non farsi beccare in giro con addosso discrete quantità di marijuana. Parentesi doverosa: a eseguire la cattura sono stati gli agenti diretti dalla dottoressa Anna Laruccia, che nei suoi passaggi ai vertici dei commissari­ati cittadini s’è sempre distinta per far lavorare al meglio (anche) le squadre investigat­ive: appoggiare, sostenere, fidarsi. I risultati arrivano soltanto così, il resto son parole. Lo scultore (simpatizza­nte) anarchico è legato ai centri sociali anche come giro di clientela: ora gli antagonist­i dovranno trovarsi un nuovo pusher di riferiment­o.

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