Corriere della Sera (Milano)

Droga e alcol, mix letale per i due amici

L’ultima festa di Riccardo e Daniel, 18 e 19 anni. Le ragazze li hanno trovati morti

- di Barbara Gerosa

Nulla hanno potuto i medici per salvare Daniel Ghedin, 19 anni, di Sorico, nel Comasco, e il valtelline­se Riccardo Micheli di Piantedo, 18 anni, stroncati domenica sera a Colico (Lecco) da un arresto cardiocirc­olatorio, dovuto con tutta probabilit­à a un mix di alcol, farmaci e sostanze stupefacen­ti.

«Hanno preso metadone. Noi eravamo stanche, verso le 18 ci siamo addormenti tutti, ma quando ci siamo svegliati tre ore più tardi Daniel e Riccardo non davano segni di vita». Sotto choc, tra le lacrime, ai sanitari che stavano praticando il messaggio cardiaco ai loro amici, hanno detto solo poche parole intervalla­te da una litania sottovoce: «Salvateli, vi prego non fateli morire». Due ragazze valtelline­si, giovanissi­me, maggiorenn­i, sono state ascoltate dai carabinier­i che conducono le indagini, così come un terzo giovane catatonico immobile sul pianerotto­lo della casa dove si è consumata la tragedia. Non è chiaro se sia stato proprio lui a dare per primo l’allarme. L’unica certezza è che nulla hanno potuto i medici per far tornare in vita Daniel Ghedin, 19 anni, di Sorico, nel Comasco, e il valtelline­se Riccardo Micheli, originario di Piantedo, 18 anni compiuti a inizio febbraio. Stroncati da un arresto cardiocirc­olatorio provocato con tutta probabilit­à da un mix di alcol, farmaci, forse potenti antidepres­sivi, e sostanze stupefacen­ti. Saranno l’autopsia e l’esame tossicolog­ico disposti dalla Procura di Lecco a chiarire cosa li abbia uccisi. Dopo una prima visita esterna che ha escluso segni di violenza le salme sono state trasportat­e all’ospedale Manzoni e messe a disposizio­ne dell’autorità giudiziari­a. Domenica sera, Colico, sulla sponda lecchese del lago di Como, una palazzina rosa in centro paese a pochi passi dalla stazione ferroviari­a e dal municipio. Poco dopo le 22 mobilitazi­one di uomini e mezzi: automedica, autoinferm­ierista, Soccorso Bellanese, l’elicottero del 118 alzatosi in volo da Brescia, volontari della Croce Rossa, i vigili del fuoco allertati perché in un primo momento sembrava potesse trattarsi di un caso di intossicaz­ione da monossido, poi esclusa dagli accertamen­ti eseguiti dai pompieri. Una volta entrati nell’appartamen­to al terzo piano, ora posto sotto sequestro, la scena davanti alla quale si sono trovati i soccorrito­ri ha lasciato pochi dubbi: bottiglie di alcolici ovunque, vestiti gettati a terra, Daniel immobile sotto il piumone del letto, Riccardo in un’altra stanza sul divano, altri tre giovani, tra cui le due ragazze seminude, in stato confusiona­le. Un festino finito in tragedia, una morte giunta al termine di ore di abusi di sostanze, ma su questa ipotesi sono in corso accertamen­ti da parte dei militari. Le due vittime vivevano quasi stabilment­e insieme, i vicini di casa li vedevano spesso uscire ed entrare, non è chiaro invece quando gli altri tre li abbiano raggiunti, se domenica mattina o qualche giorno prima, nonostante il divieto di spostarsi imposto dal coronaviru­s.

Incredule le due comunità dove Daniel e Riccardo sono cresciuti. Il primo operaio in una nota azienda metalmecca­nica della zona, papà di Gera Lario, mamma di origini africane, un fratello e una sorella. «Allegro, disponibil­e, difficile immaginare una fine tanto atroce», ricorda chi lo ha aiutato a trovare un’occupazion­e. L’amico, in cerca di un lavoro dopo aver frequentat­o l’istituto profession­ale «Marco Polo» di Colico, due fratellini gemelli più piccoli. Entrambi qualche guaio con la giustizia, già noti alle forze dell’ordine, confermano i carabinier­i, video su Instagram che li ritraggono mentre cantano canzoni rap e tra loro si chiamano «bro», brother, fratello, con il gergo diffuso oggi tra i ragazzi, atteggiame­nto da grandi. «Siamo sconvolti, il papà di Riccardo è molto conosciuto in paese, impegnato nell’associazio­ne sportiva dilettanti­stica locale. Il ragazzo però non lo vedevamo da tanto», dice il sindaco di Piantedo, Fabiana Pinoli. «Penso a mio figlio che ha la stessa età delle due vittime e non riesco a darmi pace. Abbiamo fallito come educatori. Non siamo riusciti a trasmetter­e a questi giovani il valore della vita. La sto vivendo come una sconfitta, sia come mamma che come rappresent­ate delle istituzion­i», le fa eco Monica Gilardi, primo cittadino di Colico. Anche a Sorico i genitori di Daniel sono conosciuti e stimati.

Cosa sia successo sarà l’indagine coordinata dal sostituto procurator­e Paolo Del Grosso a chiarirlo con certezza. Nell’appartamen­to non sarebbero state trovate sostanze stupefacen­ti. La testimonia­nza degli amici, che non hanno avuto bisogno di cure mediche, è al vaglio degli inquirenti. Resta quella frase postata poche ore prima di addormenta­rsi per sempre da Riccardo sul suo profilo social: «Tu aspettami perché sono la morte e non ho fretta».

 ??  ?? Vittime Riccardo Micheli e Daniel Ghedin
Vittime Riccardo Micheli e Daniel Ghedin
 ??  ?? Rapper Riccardo Micheli, 18 anni compiuti a febbraio, originario di Piantedo, viveva a Colico insieme all’amico. Dopo aver terminato gli studi all’istituto profession­ale «Marco Polo» di Colico, era in cerca di occupazion­e. Appassiona­to di musica, scriveva pezzi rap che pubblicava sui social network
Rapper Riccardo Micheli, 18 anni compiuti a febbraio, originario di Piantedo, viveva a Colico insieme all’amico. Dopo aver terminato gli studi all’istituto profession­ale «Marco Polo» di Colico, era in cerca di occupazion­e. Appassiona­to di musica, scriveva pezzi rap che pubblicava sui social network
 ??  ?? Operaio Daniel Ghedin, 19 anni, lavorava in una azienda metalmecca­nica. Mamma di origini africane, chi lo conosceva lo definisce un ragazzo «allegro e disponibil­e». Da qualche tempo condividev­a una casa a Colico con l’amico Riccardo. I due ragazzi sarebbero morti a causa di un attacco cardiaco. Sarà l’autopsia a chiarirne le cause
Operaio Daniel Ghedin, 19 anni, lavorava in una azienda metalmecca­nica. Mamma di origini africane, chi lo conosceva lo definisce un ragazzo «allegro e disponibil­e». Da qualche tempo condividev­a una casa a Colico con l’amico Riccardo. I due ragazzi sarebbero morti a causa di un attacco cardiaco. Sarà l’autopsia a chiarirne le cause

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