M5S e Sardine Via alle scissioni
Sollazzo e altri ex grillini guardano anche a Di Battista: ora un nuovo progetto, snaturati i nostri valori Divorzio (via web) dell’ala cittadina dal gruppo nato nelle piazze: «Libertà di pensiero non praticabile»
Nel giorno della scissione tra gli eletti locali M5S, si consuma anche il divorzio tra le Sardine di Milano e il resto del movimento.
Il lockdown mette in crisi anche le famiglie politiche: nello stesso giorno in cui si consuma la mini-scissione tra gli eletti cittadini del Movimento Cinque Stelle, diventa pubblico il divorzio tra le Sardine di Milano e il resto del movimento guidato da Mattia Santori.
Partiamo da Palazzo Marino e dal gruppo del M5s, che perde uno dei tre «portavoce». Simone Sollazzo, insieme a due consiglieri di municipio e a qualche altro eletto nei Comuni dell’hinterland, saluta la compagnia e se ne va. Sbattendo anche la porta: «Non possiamo più identificarci in un gruppo che ha snaturato i principi fondativi, primo fra tutti quello di essere stati eletti per “portare la voce” dei cittadini nelle istituzioni», dice Sollazzo che punta poi il dito contro la piattaforma Rousseau e «la grande truffa della democrazia diretta». Ora il gruppo di dissidenti aspetta le mosse anche di Alessandro Di Battista. «Al momento non abbiamo contatti diretti con lui — dice però Sollazzo —. Dipende da come si muoverà e se deciderà di prendere una posizione netta come la nostra, ripartendo con un nuovo progetto, ma sulla base dei vecchi valori. Sicuramente Di Battista ha rappresentato una voce critica che ammiriamo e rispettiamo. Ma il tempo delle negoziazioni è finito, quindi lui dovrà fare una scelta ben precisa, come abbiamo fatto noi. La porta del dialogo quindi è aperta». La fuoriuscita di Sollazzo e del drappello di «ortodossi» milanesi ha sollevato però la dura presa di posizione degli ormai ex colleghi del gruppo di Palazzo Marino: «Non merita commento alcuno la mancanza di una comunicazione interna», attaccano i due consiglieri rimasti fedeli al Movimento, Gianluca Corrado e Patrizia Bedori: «Uno degli impegni assunti da ognuno di noi è quello di non passare mai ad altre forze politiche o al gruppo misto. Per questo motivo, a dimostrazione della loro coerenza, attendiamo le dimissioni dagli scranni che gli elettori M5s hanno affidato loro». Richiesta di dimissioni che i fuoriusciti non hanno però alcuna intenzione di esaudire: Sollazzo per ora s’iscriverà proprio al gruppo misto. Grande confusione anche nel mare delle Sardine. Dopo settimane di liti interne, scomuniche ed epurazioni, ieri il «banco» milanese ha annunciato dal web l’addio al movimento nazionale: «Abbiamo deciso di staccarci per continuare la nostra esperienza nella forma più libera e accogliente possibile». Le Sardine di Milano finiranno «in rete», e non si tratta d’un calembour ma del nome scelto dai dissidenti sui social network per il nuovo gruppo. «Il lavoro fatto a Milano è in linea con un sistema valoriale che al momento fatichiamo a ritrovare in quel contesto. Per noi poi resta fondamentale la libertà di pensiero e anche di dissenso, cose evidentemente non più praticabili», spiega Simona Regondi, una delle portavoci delle ex Sardine milanesi: «Da qui la decisione di proseguire il percorso con altro nome».