Diffida Cisl per 10 operatori «scavalcati» a Niguarda
La diffida firmata dalla Cisl è dello scorso 20 aprile. All’emergenza del coronavirus si stanno intrecciando anche i destini di tanti lavoratori che proprio in queste settimane hanno contribuito a tenere in piedi il servizio sanitario: come alcuni operatori sociosanitari (Oss) degli ospedali, che lavorano per le cooperative e che, proprio al momento delle assunzioni legate all’emergenza, si sono visti scavalcati. La vicenda ricostruita nella diffida firmata da Laura Olivi (segretario generale Cisl Fp di Milano) e da Rossella Delcuratolo (operatore Cisl Fp Milano) riguarda dieci operatori in servizio a «Niguarda» sotto la cooperativa «Tempor»: persone da anni al lavoro in maniera «indiretta» per l’ospedale e che nel frattempo, con un concorso, sono entrate in graduatoria per un’assunzione a tempo indeterminato, che permetta loro di passare a dipendenti effettivi. Al momento della chiamata però, almeno dieci di questi operatori sono stati scavalcati e le assunzioni sono andate ad altri dietro di loro. Di fatto sono stati tenuti i lavoratori in servizio con la cooperativa e se ne sono aggiunti altri (con una condizione di lavoro migliore) anche se erano in una posizione più bassa. La direzione risorse umane dell’ospedale ha risposto che l’apertura di nuovi posti letto legata all’emergenza ha «reso necessario ricorrere all’assunzione di un contingente completamente aggiuntivo (35 infermieri e 10 Os) rispetto a quello già presente in azienda». L’assicurazione è che le «assunzioni a tempo indeterminato» arriveranno in futuro «con l’ordinario scorrimento della graduatoria», ma secondo i rappresentanti della Cisl la decisione diventa uno smacco per gli operatori che proprio in queste settimane hanno lavorato nell’emergenza e che si troveranno così ad aspettare per l’assunzione pur se la graduatoria avrebbe assicurato loro un diritto. Bisogna dire che questo non accade soltanto a «Niguarda» ma anche in molte altre Ast e ospedali. «Anche se esistono altre situazioni opposte e di altrettanta gravità — continuano le responsabili della Cisl — perché a quelle graduatorie possono far ricorso le aziende sanitarie di tutta la Regione, che però proprio in questo momento stanno ricorrendo alle cooperative, ignorando le stesse graduatorie».