Corriere della Sera (Milano)

Generali su Citylife: «Esperienza modello per i cantieri europei»

Micucci: lockdown italiano pilota per le altre nazioni Servizi edili online, la svolta digitale di Milano Maran: serve accelerare. Gli Ordini: no a passi indietro

- Di Giacomo Valtolina

A Citylife aspettavan­o solo il via libera del governo per posizionar­e gli ultimi pannelli fotovoltai­ci sul Curvo e concludere così la corona vetrata della terza torre che ospiterà gli uffici di Pwc. Ai piani alti del grattaciel­o a fianco, lo Storto, quartier generale di Generali, titolare del maxiproget­to, non si era in realtà persa la speranza di ripartire già questa settimana, anche perché dei 70 interventi firmati dal Leone in Europa, quello delle Tre Torri era stato l’ultimo a chiudere, con la serrata totale del 22 marzo: quasi un modello di operativit­à in sicurezza anti-Covid. Il 4 maggio si ripartirà con le facciate, le finiture degli interni e con le fondazioni dell’ultimo lotto di residenze Libeskind.

«Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo — spiega Paolo Micucci, a capo del project manager continenta­le del gruppo — avevamo sospeso tutti i cantieri europei, anticipand­o il lockdown in Italia, quando non c’erano le condizioni di sicurezza, e fermandoci anche in Germania, dove invece le opere edili non si sono mai arrestate».

Quanto successo in Italia ha permesso ai cantieri tedeschi, francesi, austriaci, svizzeri, cechi e spagnoli di muoversi per tempo. «Abbiamo messo a fattor comune l’esperienza italiana, anticipand­o l’escalation di limitazion­i che ha travolto l’Europa, integrando le soluzioni utili in un tavolo di coordiname­nto». Al Leone ci sono stati dei casi Covid in alcuni cantieri italiani, subito isolati: «L’obiettivo principale è stato spegnere sul nascere ogni rischio di diffusione».

Per la fase 2, differenzi­ata a livello continenta­le (Francia e Italia le più «conservati­ve»), una volta organizzat­o il cantiere tra dispositiv­i di sicurezza (Dpi), sequenza di opere edili, la maggiore difficoltà riguarda le forniture, dato che le filiere si sono interrotte provocando problemi anche per piccole componenti. «Si viaggia su ritardi da contenere tra i due e i quattro mesi e con operativit­à di cantiere inizialmen­te ridotte al 50-60 per cento» precisa Micucci.

Dalle Generali confermano l’efficienza dell’amministra­zione milanese che non si è fermata, continuand­o a recepire istanze online e organizzan­do riunioni da remoto, al contrario di altre grandi metropoli come Parigi, dove il lockdown è stato anche burocratic­o con la totale interruzio­ne dei rapporti e il reset dei titoli abilitativ­i. L’esperienza positiva del Sue (lo sportello unico dell’edilizia) in versione online è confermata dai numeri, anche in seguito della nuova modalità di presentazi­one delle Cila (la comunicazi­oni di inizio lavori), dal 20 aprile, e dopo la chiusura degli uffici dell’Urbanistic­a di via Bernina. L’andamento degli importi contabiliz­zati nei titoli onerosi sono infatti in linea con lo scorso anno, attorno ai 51 milioni di euro. «L’emergenza — spiega l’assessore Pierfrance­sco Maran — ha impresso un’accelerata incredibil­e al processo di digitalizz­azione delle pratiche edilizie». Un plauso arriva anche dagli Ordini. «Paradossal­mente le procedure si sono addirittur­a velocizzat­e — commenta il presidente degli ingegneri Bruno Finzi — saltando quel passaggio di appuntamen­ti tecnici che allungano i tempi. Siamo a disposizio­ne per far sì che questa buona pratica continui anche dopo l’emergenza, modernizza­ndo anche l’accesso alle visure sugli immobili». «I tabù sono stati sfatati e i nostri appelli accolti — aggiunge il presidente degli architetti Paolo Mazzoleni — ora la sfida è farli diventare struttural­i. Non si può tornare indietro».

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Paolo Micucci, 47 anni, a capo del Project management europeo di Generali real estate
Grandi opere Paolo Micucci, 47 anni, a capo del Project management europeo di Generali real estate

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