«Soldi contati e tanta creatività Tutto un altro calciomercato»
Si avvicinano i giorni tradizionalmente occupati dal calciomercato. Come cambieranno le trattative e le strategie dopo l’emergenza sanitaria lo racconta al «Corriere» uno dei più importanti procuratori del calcio italiano (Zaniolo, Eto’o e Stankovic per dire qualche nome di ieri, oggi e domani), il 57enne milanese Claudio Vigorelli. «Tutto è cambiato: pochi soldi e videochiamate, servirà fantasia».
Questi sono i giorni in cui si apparecchia il calciomercato estivo. Trattative da abbozzare, strategie da definire per i colpi dell’estate. In tempi normali Claudio Vigorelli, 57 anni, milanese, uno dei più importanti procuratori del calcio italiano (Niccolò Zaniolo, l’astro nascente del nostro calcio è un suo assistito) e internazionale (è stato manager di campioni come Samuel Eto’o e Dejan Stankovic), trascorrerebbe le sue giornate in aereo per partecipare a incontri, pranzi e cene. Invece ora il suo mondo è circoscritto a via Solari dove ha casa e ufficio. «Il lavoro è cambiato all’improvviso come per tutti — dice Vigorelli —. La maggior parte delle trattative si conclude al tavolo di un ristorante o nella saletta di un hotel. Ora faccio solo videochiamate con i club, i partner stranieri, i calciatori». I campioni in quarantena come i loro tifosi. Al netto di case da milioni di euro, come se la passano? «Le discussioni riguardano la riduzione degli stipendi. I calciatori stanno dimostrando grande disponibilità a trovare un accordo con le società. Si allenano da soli, con i programmi dati dal club. Lavorano anche più di prima perché l’allenamento è molto fisico e personalizzato. Poi c’è l'angoscia per questa situazione surreale in cui siamo tutti».
Vigorelli si è trovato ad affrontare per interposta persona il coronavirus: uno dei suoi assistiti, Antonino Lagumina, attaccante della Sampdoria, è stato tra i primi calciatori in Italia a risultare positivo al Covid. «È rimasto a casa a Genova in isolamento per un mese, mentre la moglie stava per partorire in Sicilia. È stato un mese difficile, lo sentivo tutti i giorni. Ora è guarito, dopo aver fatto due tamponi con esito negativo». Polemica che dura da inizio epidemia:
Il futuro Serve un tavolo per trovare una soluzione Potrebbe essere l’occasione per pensare a nuovi format, più spettacolari e sostenibili
mancano i tamponi per medici, infermieri e normali cittadini, mentre per i calciatori non ci sono problemi: «È un’ambiente privilegiato, inutile negarlo. Ma va ricordato che il calcio è un’industria che fattura 4,5 miliardi di euro l’anno e paga 1,5 miliardi di tasse». Da uomo di calcio, Claudio Vigorelli si augura, anzi spera, che campionato e coppe riprendano, o venga trovata una soluzione per portarli a termine. Anche se Olanda e Francia hanno già deciso che la stagione è finita. «Terminare le competizioni per contenere i danni economici. Oltre a club e calciatori, c’è un indotto che riguarda centinaia di migliaia di persone. Parliamo di posti di lavoro e attività». A quanto pare il governo è contrario. «Mi dà fastidio vedere che il governo va da una parte, il Coni dall’altra, le leghe anche. Serve un tavolo per trovare una soluzione. Potrebbe essere l’occasione per pensare a nuovi format, più spettacolari e sostenibili». C’è un problema di salute pubblica. «Quella prima di tutto, per questo i vari attori devono parlarsi. E lo Stato dovrebbe venire incontro alle società, tanti club rischiano di sparire. Ci sono in ballo diritti tv, sponsorizzazioni. Andrebbe pensata la riduzione dell’Irap e magari togliere il divieto di sponsorizzazione alle società di scommesse. I prossimi venti giorni saranno decisivi». Lotito, presidente della Lazio, vorrebbe una finale scudetto Lazio-Juventus. «Perché no? Sono anche favorevole a bloccare le retrocessioni e far salire in serie A le prime due classificate della serie B».
Meno soldi per tutti, che ne sarà del prossimo calciomercato? «Sarà un mercato di scambi, girerà poco denaro perché il virus ha fatto danni in tutto il mondo. Ci vorrà creatività, sarà la stagione dei calciatori svincolati, dei piccoli investimenti su prospetti futuri. Il prezzo dei top player si ridurrà di almeno un 10%». Nessun grande colpo? «Molto dipenderà dalla Uefa, se deciderà di allentare le maglie del fair play finanziario, ma qualcosa che manderà in fibrillazione i tifosi accadrà nonostante il virus».