Dossier sui settori da rafforzare. «Ma la solidarietà ha retto»
«Tecnologia e orari flessibili Le ricette per ripartire meglio»
«Affrettati lentamente», spronava l’imperatore Augusto invocando la necessità di un andamento lesto ma cauto per il condottiero. «Raccomanderebbe lo stesso ora a Milano. La città ha sempre fatto della velocità il suo punto di forza e incassato il colpo di una bruschissima frenata. Ma adesso non può avere fretta. La città più resiliente d’Italia sarà anzi tra i capoluoghi che faranno più fatica a riprendere quota, pur avendo infrastrutture e tecnologie per affrontare la complessità del rilancio dopo un contagio così diffuso. Deve darsi il tempo di aggiustare debolezze cruciali e finora sottovalutate». L’avvertimento viene da uno studio appena condotto dalla società di consulenza Ey. Di sei variabili considerate, due costituisco punti critici. Sulla prima finora avevamo riflettuto poco, ed è la capacità di prevedere gli spostamenti dei cittadini, cruciale per monitorare gli assembramenti e regolare l’afflusso ai mezzi pubblici e agli esercizi commerciali. «Milano è ad un posizionamento troppo basso rispetto alla diffusione di sensori sul territorio, sotto questo aspetto ha molto da lavorare», spiega il responsabile Andrea D’Acunto. È urgente poi incoraggiare la mobilità alternativa al trasporto pubblico disincentivando al contempo l’uso dell’auto: «A Milano le infrastrutture sono flessibili, integrate con bike e car sharing, ma il loro utilizzo va riorganizzato a scacchiera, per orari differenziati, e vanno subito introdotti incentivi e percorsi protetti per le due ruote», continua l’esperto. Ancora, è necessario puntare sulla rete delle telecomunicazioni per supportare smart working, didattica a distanza e qualche forma di cultura e spettacolo online: essenziale la diffusione capillare del wifi. Lascia a desiderare, secondo il dossier, infine, l’organizzazione sanitaria: «Milano su questo si posiziona a metà della classifica. Pesa ad esempio la scarsa diffusione di medici di medicina generale per abitante (96° posto su 109 capoluoghi), essenziale per il controllo epidemiologico».
A favore di Milano giocano per contro moltissimi fattori. È ad esempio la città che vanta il maggior numero di servizi pubblici digitalizzati, dall’amministrazione comunale all’infomobilità, dalla scuola alla cultura - e una delle più fantasiose nella creazione di palinsesti culturali e di intrattenimento diffusi, anche online. Inoltre, la rete solidale «ha tenuto nell’emergenza ed è anzi sempre più partecipata: questo supporta famiglie e piccole imprese di quartiere in enorme difficoltà che rischiano di abbassare per sempre la clér.