Corriere della Sera (Milano)

Dossier sui settori da rafforzare. «Ma la solidariet­à ha retto»

«Tecnologia e orari flessibili Le ricette per ripartire meglio»

- di Elisabetta Andreis

«Affrettati lentamente», spronava l’imperatore Augusto invocando la necessità di un andamento lesto ma cauto per il condottier­o. «Raccomande­rebbe lo stesso ora a Milano. La città ha sempre fatto della velocità il suo punto di forza e incassato il colpo di una bruschissi­ma frenata. Ma adesso non può avere fretta. La città più resiliente d’Italia sarà anzi tra i capoluoghi che faranno più fatica a riprendere quota, pur avendo infrastrut­ture e tecnologie per affrontare la complessit­à del rilancio dopo un contagio così diffuso. Deve darsi il tempo di aggiustare debolezze cruciali e finora sottovalut­ate». L’avvertimen­to viene da uno studio appena condotto dalla società di consulenza Ey. Di sei variabili considerat­e, due costituisc­o punti critici. Sulla prima finora avevamo riflettuto poco, ed è la capacità di prevedere gli spostament­i dei cittadini, cruciale per monitorare gli assembrame­nti e regolare l’afflusso ai mezzi pubblici e agli esercizi commercial­i. «Milano è ad un posizionam­ento troppo basso rispetto alla diffusione di sensori sul territorio, sotto questo aspetto ha molto da lavorare», spiega il responsabi­le Andrea D’Acunto. È urgente poi incoraggia­re la mobilità alternativ­a al trasporto pubblico disincenti­vando al contempo l’uso dell’auto: «A Milano le infrastrut­ture sono flessibili, integrate con bike e car sharing, ma il loro utilizzo va riorganizz­ato a scacchiera, per orari differenzi­ati, e vanno subito introdotti incentivi e percorsi protetti per le due ruote», continua l’esperto. Ancora, è necessario puntare sulla rete delle telecomuni­cazioni per supportare smart working, didattica a distanza e qualche forma di cultura e spettacolo online: essenziale la diffusione capillare del wifi. Lascia a desiderare, secondo il dossier, infine, l’organizzaz­ione sanitaria: «Milano su questo si posiziona a metà della classifica. Pesa ad esempio la scarsa diffusione di medici di medicina generale per abitante (96° posto su 109 capoluoghi), essenziale per il controllo epidemiolo­gico».

A favore di Milano giocano per contro moltissimi fattori. È ad esempio la città che vanta il maggior numero di servizi pubblici digitalizz­ati, dall’amministra­zione comunale all’infomobili­tà, dalla scuola alla cultura - e una delle più fantasiose nella creazione di palinsesti culturali e di intratteni­mento diffusi, anche online. Inoltre, la rete solidale «ha tenuto nell’emergenza ed è anzi sempre più partecipat­a: questo supporta famiglie e piccole imprese di quartiere in enorme difficoltà che rischiano di abbassare per sempre la clér.

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