Medico in Svizzera, volontaria in Italia: multa per la spesa
La disavventura di una dottoressa. Fermata in dogana al rientro in Ticino, sanzione da 375 euro
COMO Tornava a casa, in Svizzera, dopo il turno di notte alla guardia medica di Erba. In auto aveva quel che restava di una piccola spesa fatta prima di prendere servizio: fragole, zucchine, un mango e i sacchetti della spazzatura. Uno scontrino da pochi euro regolarmente conservato che non è bastato a evitarle una multa di 375 euro: «Spostamento immotivato al di fuori del proprio comune e oltre il confine», sancisce il verbale, che accerta, e approva, il passaggio della frontiera per lavorare ma non la spesa, tassativamente vietata al di fuori della propria zona di residenza.
La dottoressa Volha Zhuk, medico di 46 anni, nata in Bielorussia, in servizio dal 2007 in Italia e dallo scorso anno in Svizzera, a Bellinzona, non si rassegna: «Sono andata a Erba per lavorare, mi sono messa a disposizione dei miei vecchi colleghi visto il momento di grave emergenza — dice —. Stavo tornando a casa dopo il turno di notte. Non ci avevo neppure pensato al cibo in auto. Ma si può essere multati per qualche zucchina, una cassetta di fragole e un mango?». «Entrava in Italia per comprovate esigenze lavorative — si legge sul verbale —, ma al ritorno veniva rinvenuta nel suo autoveicolo spesa varia».
La dottoressa Zhuk si era fermata in un negozio, in Italia, prima di iniziare il turno a Erba. «Avevo lavorato tutto il giorno e non avevo avuto il tempo di mangiare — dice —. Ho fatto una piccola spesa, qualcosa per cenare prima di prendere servizio, anche per il collega che avrebbe lavorato con me. Ho preso i sacchetti della spazzatura, qualche frutto e verdura. Quello che è avanzato l’ho messo in auto per portarlo a casa. Non pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato. È vietato andare dalla Svizzera all’Italia per fare la spesa, ma non è che io sia andata a fare scorta di cibo. E poi a Erba sono andata per lavorare, non certo per la spesa». Al controllo in dogana, al rientro in Svizzera, però sono stati inflessibili. «Sono rimasta ferma per quasi due ore a cercare di spiegare la situazione — racconta il medico —. Ho mostrato lo scontrino ma è stato tutto inutile. Pensavo tra l’altro che il divieto di fare la spesa riguardasse solo carne e pesce. Ho lasciato l’Italia
I fatti
«Sono andata a Erba per lavorare, non ho pensato al cibo che avevo nell’auto»
Frontiera Mi hanno tenuto ferma per due ore, ho cercato di spiegare la situazione, ho mostrato lo scontrino, ma è stato inutile. Una situazione surreale
per andare a lavorare in Svizzera perché preferisco il sistema elvetico della medicina di base, ho più autonomia e maggiori soddisfazioni — conclude la dottoressa Volha Zhuk —. Quando è scoppiata l’emergenza oltreconfine e ho saputo che cercavano medici però mi sono messa subito a disposizione, senza pensarci. Questa multa mi ha davvero amareggiata. Lavoriamo con tutti i colleghi mettendo a repentaglio la nostra salute e facendo il possibile per fare la nostra parte. Non mi sembra giusto pagare per aver preso qualcosa da mangiare».