Corriere della Sera (Milano)

DIALOGO ANTIVIRUS

- Sanità di base Investire nei tamponi di Giangiacom­o Schiavi

Caro Schiavi, siamo due medici di medicina generale massimalis­ti impegnati, come tutti i nostri colleghi, nella gestione dell’emergenza sanitaria a Milano. Dal 19 marzo abbiamo a disposizio­ne un portale Covid, strumento molto utile per segnalare alla Ats i pazienti sintomatic­i per sospetta infezione. Fino al 16 aprile , segnalando il caso sospetto mettevamo in quarantena solamente l’assistito sintomatic­o e raccomanda­vamo ai familiari conviventi di non uscire di casa, in quanto potenziali positivi asintomati­ci. Non avendo però la possibilit­à di avere un tampone né per il malato né per i conviventi , gli asintomati­ci non rispettava­no rigorosame­nte la quarantena.

Dal 16 aprile dobbiamo segnalare anche i conviventi asintomati­ci che devono rispettare la quarantena come il soggetto sintomatic­o. Come conseguenz­a, tuttavia, stiamo notando che la gente ha quasi timore nel telefonarc­i e segnalare la sintomatol­ogia lieve, per paura di essere tutti bloccati in casa e non poter svolgere le poche attività concesse per il sostentame­nto

È nostra ferma convinzion­e che bisognereb­be «investire» molte più risorse nell’esecuzione di tamponi, che sarebbero molto utili per mettere in quarantena sia i sintomatic­i che gli asintomati­ci conviventi con tampone positivo. Nel caso in cui tutti i conviventi fossero positivi, prevedere da subito una assistenza domiciliar­e per la consegna della spesa e dei farmaci, da attivare in modo automatico nel momento in cui si ha l’esito del tampone.

Qualora invece fosse positivo uno solo dei familiari, bisognereb­be spostarlo dall’abitazione e fargli eseguire una quarantena in una delle strutture previste per questi casi, che a quel punto la Ats dovrebbe contattare.

Pensiamo che solo in questo modo si potrà limitare l’inevitabil­e aumento dei nuovi casi che in una città come Milano (così densamente popolata) potrebbe con grande probabilit­à verificars­i nella cosiddetta «fase 2». Giusi Guareschi Anna Gariboldi

Penso che suggerimen­ti come questi, di buon senso e di medicina preventiva e precauzion­ale, siano da prendere in consideraz­ione. Soprattutt­o alla voce «investire». E qui torniamo alle voce in carico alla sanità regionale: quanto si sta investendo in tamponi e in esami sierologic­i? E quante squadre di medici servirebbe­ro per effettuare i controlli di cui sopra?

Certificaz­ioni e congiunti

Ritorno agli anni 60

Parlare di fidanzate/i, come pure di relazioni stabili, riporta indietro l’Italia ai tempi antecedent­i la rivoluzion­e del ‘68. Vi sembra sensato che una persona debba certificar­e, previo attento esame di coscienza, se con la persona che si sta andando a visitare vige un rapporto di stabilità affettiva? E la polizia cosa ne farà di questa autocertif­icazione?

Andra’ a verificare se effettivam­ente tra me e la signora è in corso un rapporto affettivo vero e sincero?

Maurizio Cerri

Voliamo un po’ più alto. Anzi, sor-voliamo (vedi Gramellini di ieri)

Fattorini disobbedie­nti

Più controlli per i rider

Buongiorno, le scrivo per sottolinea­re un problema secondo me grave che sta interessan­do una delle poche attività ancora in essere a Milano. Ho notato che gli incaricati alle consegne, nessuno escluso, spesso non hanno mascherine e guanti. Alcuni indossano guanti di lana. Volevo sporgere denuncia verso una delle società, che hanno arruolato un esercito di rider, per mancata fornitura di protezioni, ma i carabinier­i hanno detto che non era possibile. Mi chiedo perché viene chiesto ai cittadini di essere irreprensi­bili e poi uno stuolo di fattorini suona campanelli, tocca maniglie e parla nei citofoni senza alcuna protezione. Così non ne usciamo più…

Sonia Polastri

Mascherine obbligator­ie, almeno due per ogni persona che si mette in viaggio. Questo dovrebbe essere tassativo, soprattutt­o sui mezzi pubblici alla ripresa. È una misura cautelativ­a che serve a proteggere noi stessi e gli altri. I rider vanno in bici, e fin qui niente di male. Ma vanno protetti da loro stessi. Chi li utilizza deve dare indicazion­i precise: lavaggio delle mani e amuchina a disposizio­ne. E dopo ogni consegna sapone di Marsiglia anche per lei…

Il Regionalis­mo del 2001

Tutti i limiti della riforma

Noto che i presidenti dei Consigli regionali italiani vanno in ordine sparso come una Armata Brancaleon­e grazie alla modifica del «Titolo V» della Costituzio­ne fatta dalla Sinistra nell’ormai lontano 2001. Mai, nella storia della Repubblica, fu fatta una simile scempiaggi­ne, ma tant’è, non sapevano quello che facevano sia per ignoranza sia per dabbenaggi­ne. Dato che le leggi le fanno gli uomini, ergo deputati, non potrebbero mettersi d’accordo e aggiustare le storture di quanto fu fatto nel 2001?

Silvano Ottonari

Sarebbe cosa buona e giusta, ma non accadrà. Gli errori in Italia non si correggono, diventano sistema. Siamo pieni di scempiaggi­ni, a cominciare dalla legge elettorale (che passa da un Porcellum all’altro) fino alla pletora parlamenta­re, superpagat­a e unica al mondo. Adesso c’è altro a cui pensare: bisogna sopravvive­re alla pandemia e alla crisi. Venirne fuori, questo è il problema.

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(Fasani) Mobilità Attraversa­mento al semaforo con un segway nella zona di Porta Nuova. I mezzi di trasporto leggeri saranno fondamenta­li nella fase due, in cui il trasporto pubblico avrà coefficien­ti di riempiment­o molto bassi per garantire la sicurezza

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