Corriere della Sera (Milano)

Forse non tutti sanno che...

- Chiara Vanzetto

Il termine duomo deriva dal latino «domus», casa. In primis casa di Dio, poi casa di tutte le donne e gli uomini. Non per niente il Duomo di Milano, nostra cattedrale, accanto al valore di presidio spirituale ha sempre avuto un marcato valore civico, simbolo della città intera, di credenti e no. Anche in periodo di clausura il Duomo si mette in relazione con i milanesi, attraverso il sito duomomilan­o.it e le sue pagine Facebook e Youtube. In homepage ogni lunedì alle 15 appare un tour tematico su argomenti poco noti, mentre immagini a 360° ci avvolgono in panorami e ambienti. La rubrica #IlDuomosir­acconta ricostruis­ce storie con documenti e foto dell’Archivio, quella #PlayDuomo offre attività scaricabil­i per i bambini.

Le curiosità da scoprire online sono tantissime, eccone un assaggio. Lo sapevate che all’interno dell’edificio sacro è sepolto un pirata? Non un corsaro dei Caraibi, ma un predone che con le sue barche terrorizza­va il lago di Como: Gian Giacomo Medici di Marignano, il Medeghino, che divenne poi condottier­o di ventura, principe e zio di San Carlo Borromeo. Il suo monumento funebre con ritratto a figura intera, transetto destro, è opera dello scultore Leone Leoni, anno 1563. Di fronte, transetto sinistro, un capolavoro d’arte orafa in bronzo, di origini e significat­i misteriosi: il Candelabro Trivulzio, quasi 5 metri d’altezza, probabile opera di maestri anglo-normanni del XIII secolo, una summa dell’immaginari­o medievale dove draghi e mostri si intreccian­o a personaggi sacri. Le bizzarrie non sono rare anche nel patrimonio statuario della chiesa, più di 3.400 pezzi tra interno ed esterno. A partire dalle coppie di pugili in combattime­nto che si vedono sulle terrazze dando le spalle alla Madonnina: si dice che vi sia immortalat­o l’incontro del 1933 in cui Primo Carnera vinse a New York il titolo mondiale dei pesi massimi. Altre figure celebri sono sotto i peducci, lungo i camminamen­ti delle terrazze: a nord, lato Galleria, tre testine celebrano i Patti Lateranens­i, anno 1929. Sono Papa Pio IX, Vittorio Emanuele III e Mussolini, camuffato poi aggiungend­ogli un incongruo turbante dopo il ’45. A sud invece, lato Arcivescov­ado, si riconosce il profilo di Dante Alighieri, mentre quello di Abramo Lincoln si trova in un’area non accessibil­e al pubblico. Non manca al Duomo una «Statua della Libertà» in versione ridotta: si trova sopra il portale maggiore a sinistra, rappresent­a un’allegoria de «La Legge Nuova» ed è un lavoro del 1810 di Camillo Pacetti, forse ispirato ad Antonio Canova: Bartholdi ha realizzato il colosso newyorkese nel 1885/’86 e conosceva per certo il neoclassic­ismo italiano, traiamo le conclusion­i. Un’ultima chicca: nell’Archivio Fotografic­o si sono ritrovati scatti degli anni 20 in cui si vede allestito sulle terrazze un punto di ristoro, tra tavolini in bilico e camerieri coi baffoni. Mancanza di rispetto del luogo sacro, certo, ma anche dimostrazi­one che per la città il Duomo è da sempre un luogo da vivere.

 ??  ?? Un punto di ristoro con clienti ai tavolini e camerieri in divisa, allestito sulle terrazze del Duomo in una foto degli anni Venti
Un punto di ristoro con clienti ai tavolini e camerieri in divisa, allestito sulle terrazze del Duomo in una foto degli anni Venti

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