Corriere della Sera (Milano)

Contributi, la rivolta dei nidi contro il Comune

Gli asili privati convenzion­ati contestano la direttiva Meccanismo per ottenere fondi accolto da 22 su 115 Gli operatori: crolliamo. Galimberti: studiamo sostegni

- Di Giovanna Maria Fagnani

Nessun compenso per il mese di marzo e i prossimi pagamenti — al 50 per cento — solo a patto che si attivi la didattica a distanza, che sarà comunque soggetta a verifica. È scontro fra il Comune di Milano e i 115 nidi convenzion­ati, che accolgono circa 1.700 bambini esclusi dalle graduatori­e dei nidi comunali. Nei giorni scorsi gli asili hanno ricevuto da Palazzo Marino l’invito a fare una proposta di coprogetta­zione di didattica a distanza (ad esempio «video letture, video lezioni sul tema della genitorial­ità, videoconfe­renze settimanal­i»). Coprogetta­zione che, se accettata e poi verificata dagli uffici, permetterà ai nidi di ricevere un corrispett­ivo, pari circa al 50 per cento dei 600 euro di retta mensile da convenzion­e. Fondi che, però, arriverann­o solo se il nido non usufruisce di altre misure di sostegno, come la cassa integrazio­ne. Su 115, solo 22 nidi hanno risposto accettando, altri hanno declinato, non solo per la retta dimezzata, ma anche perché «la natura pedagogica del nido si fonda su un contatto umano non sostituibi­le» e per «la pericolosi­tà derivante per i piccoli dall’esposizion­e costante ai device elettronic­i».

Il comparto dei nidi privati vive una situazione gravissima. Se anche fosse permessa un’apertura estiva, per i bimbi ci vorrebbe una nuova fase di adattament­o, dopo mesi a casa con la mamma. Diversi nidi valutano la chiusura, altri cercano di vendere. «Sono praticamen­te tutte imprese al femminile, con lavoratric­i donne. Se venissero meno si creerebbe due volte un danno sociale», dice Cinzia D’Alessandro, portavoce del comitato EduChiamo, che ieri ha avuto un colloquio con l’assessore Laura Galimberti. «Siamo stati contattati anche dallo Sportello Antiusura: la nostra categoria è a forte rischio di indebitame­nto».

Sul tema, l’opposizion­e ha richiesto la convocazio­ne urgente della commission­e Educazione. «Non si capisce come mai il Comune non riconosca il 100 per cento dei contributi previsti da convenzion­e, nonostante una circolare di Regione Lombardia spieghi di attingere a parte delle risorse della legge Buona Scuola: all’ente sono stati riconosciu­ti 7 milioni e 600 mila euro», spiega Alessandro De Chirico, consiglier­e di Forza Italia. Dagli uffici spiegano che questi fondi in realtà sarebbero già stati erogati l’anno scorso. E il comune rimbalza la palla alla Regione: «Usino i fondi nidi-gratis». «Conosciamo bene le difficoltà dei gestori dei servizi alla prima infanzia, patrimonio inestimabi­le della città — precisa l’assessore Galimberti —. Stiamo studiando un supporto specifico, un contributo che viene dalla solidariet­à e dalla generosità di una città oggi in grande sofferenza». Emanuela Grasso, titolare del nido «Il sorriso», a Loreto, riflette: «Nessuno considera anche il significat­o che un asilo ha per il suo territorio. Molti, come il nostro, sono luoghi dove ci si incontra e si progetta per il quartiere, dove nascono proposte anche per altre età”».

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L’emergenza covid prolunga la chiusura dei nidi: molti rischiano la chiusura
Famiglia L’emergenza covid prolunga la chiusura dei nidi: molti rischiano la chiusura
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● Laura Galimberti, 56 anni, assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano
● Sta studiando un piano ad hoc per i nidi
In giunta ● Laura Galimberti, 56 anni, assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano ● Sta studiando un piano ad hoc per i nidi

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