Contributi, la rivolta dei nidi contro il Comune
Gli asili privati convenzionati contestano la direttiva Meccanismo per ottenere fondi accolto da 22 su 115 Gli operatori: crolliamo. Galimberti: studiamo sostegni
Nessun compenso per il mese di marzo e i prossimi pagamenti — al 50 per cento — solo a patto che si attivi la didattica a distanza, che sarà comunque soggetta a verifica. È scontro fra il Comune di Milano e i 115 nidi convenzionati, che accolgono circa 1.700 bambini esclusi dalle graduatorie dei nidi comunali. Nei giorni scorsi gli asili hanno ricevuto da Palazzo Marino l’invito a fare una proposta di coprogettazione di didattica a distanza (ad esempio «video letture, video lezioni sul tema della genitorialità, videoconferenze settimanali»). Coprogettazione che, se accettata e poi verificata dagli uffici, permetterà ai nidi di ricevere un corrispettivo, pari circa al 50 per cento dei 600 euro di retta mensile da convenzione. Fondi che, però, arriveranno solo se il nido non usufruisce di altre misure di sostegno, come la cassa integrazione. Su 115, solo 22 nidi hanno risposto accettando, altri hanno declinato, non solo per la retta dimezzata, ma anche perché «la natura pedagogica del nido si fonda su un contatto umano non sostituibile» e per «la pericolosità derivante per i piccoli dall’esposizione costante ai device elettronici».
Il comparto dei nidi privati vive una situazione gravissima. Se anche fosse permessa un’apertura estiva, per i bimbi ci vorrebbe una nuova fase di adattamento, dopo mesi a casa con la mamma. Diversi nidi valutano la chiusura, altri cercano di vendere. «Sono praticamente tutte imprese al femminile, con lavoratrici donne. Se venissero meno si creerebbe due volte un danno sociale», dice Cinzia D’Alessandro, portavoce del comitato EduChiamo, che ieri ha avuto un colloquio con l’assessore Laura Galimberti. «Siamo stati contattati anche dallo Sportello Antiusura: la nostra categoria è a forte rischio di indebitamento».
Sul tema, l’opposizione ha richiesto la convocazione urgente della commissione Educazione. «Non si capisce come mai il Comune non riconosca il 100 per cento dei contributi previsti da convenzione, nonostante una circolare di Regione Lombardia spieghi di attingere a parte delle risorse della legge Buona Scuola: all’ente sono stati riconosciuti 7 milioni e 600 mila euro», spiega Alessandro De Chirico, consigliere di Forza Italia. Dagli uffici spiegano che questi fondi in realtà sarebbero già stati erogati l’anno scorso. E il comune rimbalza la palla alla Regione: «Usino i fondi nidi-gratis». «Conosciamo bene le difficoltà dei gestori dei servizi alla prima infanzia, patrimonio inestimabile della città — precisa l’assessore Galimberti —. Stiamo studiando un supporto specifico, un contributo che viene dalla solidarietà e dalla generosità di una città oggi in grande sofferenza». Emanuela Grasso, titolare del nido «Il sorriso», a Loreto, riflette: «Nessuno considera anche il significato che un asilo ha per il suo territorio. Molti, come il nostro, sono luoghi dove ci si incontra e si progetta per il quartiere, dove nascono proposte anche per altre età”».