L’allarme dei pendolari: «Ora servono più corse»
L’allarme da Cremona: temiamo per la nostra salute, il servizio Trenord deve tornare alla pre-emergenza Gli studenti: abbonamenti dei pullman mai rimborsati
CREMONA Sono preoccupati i pendolari di Cremona, che da lunedì prossimo, con la ripresa della Fase 2, torneranno in treno (la linea Mantova- Milano) e non vogliono che il Covid-19 viaggi con loro. Chiedono garanzie. E in vista della ripresa della scuola, in autunno, le chiedono anche i genitori dei ragazzi del sud est milanese, che torneranno a prendere i pullman per raggiungere gli istituti di Crema.
I comitati sono in fibrillazione: pretendono più treni e più bus per viaggiare in sicurezza, senza assembramenti. «Chiediamo il ripristino integrale delle corse, ora ridimensionato al 40-60 per cento per effetto dell’emergenza: perché questo è l’unico modo per avere il rispetto delle distanze. Se resta l’offerta complessiva attuale ci sarà il rischio sovraffollamento», spiega Matteo Casoni, 49 anni, da 23 presidente del Comitato InOrario. È scettico sui controlli: «A Cremona chi controlla quanta gente ci sarà sulla banchina, quanti saliranno da una porta, quanti scenderanno da un’altra? Il capotreno è uno. Come fa a controllare tutte le carrozze? Non è fattibile». Ci si appella al buon senso. «Ma il buon senso diventa rischioso in queste situazioni. Io come faccio a sapere che su quella carrozza ci sono già le persone previste? Devo girarmele tutte. E dopo di noi ci sono i pendolari di Codogno, che pure si dovranno girare tutte le carrozze». Secondo il presidente di InOrario, il problemi si avranno più nel viaggio di ritorno. «Abbiamo un treno alle 16.20, uno alle 18.20 e l’ultimo alle 20.20. Tutti devono prendere quello delle 18.20. Alle 16 è presto, alle 20.20 significa che arrivo a casa alle dieci di sera. O si ripristina tutto o è un caos». Casoni punta il dito contro la Regione: «Siamo preoccupati perché da un lato vediamo quello che pubblica
Trenord (“Siamo bravi, però bisogna stare attenti”), ma non vediamo alcuna presa di posizione da parte della Regione». A cui i pendolari chiedono «il cento per cento del servizio, perché è Regione Lombardia, il concessionario, che ha in mano le redini, ma se non dà segnali a Trenord, Trenord fa quello che vuole».
Sul fronte degli studenti si è già mosso il Comitato dei «Pendolari in lotta-Paullo». «L’esperienza drammatica che abbiamo vissuto nel sud est milanese già ci faceva dire che c’erano pochi pullman prima, con gli studenti che viaggiavano pigiati e in piedi. La questione si pone a maggior ragione adesso. In autunno il servizio dovrà essere rafforzato», spiega Giancarlo
Broglia, da tre anni presidente del comitato che contro la società Autoguidovie ha fatto battaglie. Soprattutto, sul piatto c’è la questione dei rimborsi degli abbonamenti: «Chi pagherà? Le famiglie hanno speso soldi saranno rimborsate? E i ragazzi che fanno la maturità? Hanno pagato gli abbonamenti come tutti, ma l’anno prossimo non li utilizzeranno più». E avverte: «I pendolari non vanno lasciati soli. In una fase così tragica per l’economia, per le famiglie, per tutti, sarebbe veramente inaccettabile che vi siano situazioni in cui alcune aziende arrivino a guadagni ulteriori rispetto al dovuto. O le agenzie di trasporto si mettono a riflettere sulla situazione che si porrà in autunno oppure dovranno aspettasi, a settembre, mobilitazioni importanti».
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