«Sui pedali soluzione ideale Ma anticipiamo l’apertura dei negozi dedicati ai ciclisti»
Bonato (Assobici): spinta agli spostamenti ecologici
Bisognerebbe rovesciare il celebre «hai voluto la bicicletta, adesso pedala». Se devi pedalare, perché i mezzi pubblici sono a rischio ingorgo e le auto pure, in termini di code, servono le bici. Ed è quello che, con tempismo ineccepibile, l’associazione di categoria chiede. Perché aspettare il 18 maggio, il giorno battezzato per riaprire i negozi, potrebbe essere tardi se si vuole scommettere sul presente a due ruote della città. Matia Bonato, presidente di Assobici e gestore dello storico Rossignoli, fa un esempio piuttosto illuminato: «Per un negozio di bici di Milano queste settimane sono alta stagione quanto lo è agosto per il proprietario di uno stabilimento balneare a Rimini. Dobbiamo anticipare le aperture se vogliamo sostenere la richiesta di spostare il traffico sulle due ruote», racconta. In città ci sono una quarantina di punti vendita. Per quelli che sono officina, come ad esempio Rossignoli, il dpcm (salvo colpi di scena) consente già di alzare la saracinesca settimana prossima. «Una concessione che va estesa a tutti. Perché se la bici rappresenta una soluzione ideale per gli spostamenti urbani da sempre, nella «Fase 2» diventa ancora più decisiva. Riversarsi in auto sarebbe un disastro, significherebbe tornare indietro di cinquant’anni».
Il contributo della bicicletta nel contrasto all’emergenza da coronavirus è stato da subito fondamentale, sopratutto per quanto riguarda il settore del delivery e delle consegne a domicilio. Ora la stagione gioca a favore. E a livello di offerta la questione non sarebbe un problema, dato che tutti i negozi arrivano da due mesi di clausura e hanno i magazzini pieni. «Quella di incentivare il trasporto su due ruote potrebbe essere la classica occasione che diventa eredità positiva di questa tragica fase. Può davvero portare tutti a riflettere su un modo diverso di mobilità: a Milano lo spostamento medio è di 4 chilometri», aggiunge Bonato. Sul tavolo cominciano ad arrivare piani di piste ciclabili: chilometri su chilometri che possono illudere qualcuno di trovarsi di colpo in una nuova Copenaghen. «La visione che sento è buona, ma l’importante è che questi piani siano pronti subito. Non possiamo aspettare che arrivi un nuovo inverno».