Allagamenti e black-out Seveso, notte da incubo
Niguarda: «Ora basta»
Fino a 130 millimetri d’acqua in sei ore — «un terzo della pioggia totale caduta dall’inizio dell’anno» ha detto il sindaco Sala — ha messo in ginocchio interi quartieri della città. Il Seveso è esondato a Niguarda e ha allagato il parco Lambro con il relativo allontanamento degli ospiti della comunità Exodus e lo sfogo di don Mazzi: inutile. Strade bloccate, mezzi pubblici a singhiozzo, crolli di alberi e innumerevoli gli interventi dei vigili del fuoco e di vigili, polizia e carabinieri. Il sindaco: basta osteggiare le vasche di contenimento.
L’equivalente di un mese di pioggia (in tempi normali) che si rovescia su Milano tra giovedì e ieri, con ore di scrosci d’acqua violenti, ha messo a nudo le fragilità del territorio e della città, a partire dai quartieri dove il fiume Seveso ha ricordato per l’ennesima volta ai cittadini di essere parte integrante della loro vita. Fino a 130 millimetri d’acqua concentrati in sei ore: alberi caduti ovunque, strade come torrenti in piena anche al Gratosoglio e a Quarto Oggiaro. Il Lambro sorvegliato speciale che sfonda gli argini a sud della città, interi isolati senza luce. E tanto per non farsi mancare nulla, anche fulmini, vento a raffiche, e grandine. Il bilancio avrebbe potuto essere tragico se non fosse stato per l’intervento dei poliziotti delle volanti del commissariato Greco che, alle 4 del mattino, hanno salvato un uomo di 66 anni intrappolato all’interno della sua auto nel sottopasso all’incrocio Sarca -Pallanza. L’acqua aveva raggiunto un metro e venti di altezza.
«Un terzo della pioggia totale caduta dall’inizio dell’anno», ha detto il sindaco Beppe Sala ringraziando l’assessore Marco Granelli. Ma sui social sono piovute anche critiche. Specialmente dagli abitanti delle zone Isola e Niguarda, dove il Seveso è esondato in grande stile tenendo impegnata la Protezione civile per ore. O dagli automobilisti rimasti fermi nei sottopassi allagati (vedi lo sfogo del musicista Rocco Tanica da piazza Carbonari). O ancora da parco Lambro, dove nel cuore della notte il comune ha fatto evacuare il Centro Ambrosiano di Solidarietà (una settantina di persone) e la prima storica sede della rete di comunità di recupero «Exodus» (20 persone compresi gli educatori) di don Antonio Mazzi. Il fiume era salito oltre i livelli di guardia e ieri mattina, a tempesta passata, scorreva ancora a pelo d’erba attraverso il polmone verde nella parte est della città, dove alcuni alberi non hanno retto e si sono adagiati nel corso d’acqua.
Il vero fiume in piena, però, era proprio Don Mazzi, contrario all’ordine di lasciare gli alloggi. «Sono venuti a prenderci alle quattro di mattina, all’improvviso, dopo due mesi di chiusura assoluta e totale per il Coronavirus. E tutto per uno stato del fiume che noi vedremo almeno una ventina di volte all’anno». Dunque per l’ideatore del progetto Exodus si è trattato di una decisione inadeguata: «Ci stavamo organizzando per la riapertura lunedì; da quella data i ragazzi del centro (persone che lottano contro la tossicodipendenza o in regime di affido alternativo al carcere ndr) potranno rivedere i loro famigliari, insomma ci stavamo preparando per un ritorno a una progressiva normalità, e invece abbiamo dovuto distribuire gli ospiti in varie comunità, penso che la gestione di questa situazione sia stata inadeguata».
Secondo quanto riferito, ieri pomeriggio gli ospiti di Exodus hanno potuto fare rientro in comunità: «Abbiamo dovuto insistere, altrimenti non se ne parlava fino a domani mattina (oggi ndr)». La decisione di evacuare le comunità, da quanto fatto sapere dall’assessore Granelli, è stata presa «per prudenza», visto che «il Lambro continuava a salire, e all’interno del parco incominciava ad allagare i prati». Lambro che ha fatto danni veri a sud di Milano, dove ha sfondato un argine ed è tracimato in alcuni comuni come Opera e Locate Triulzi, dove i vigili del fuoco sono dovuti intervenire con i gommoni per portare in salvo tre nuclei familiari con bambini piccoli al seguito, da una casa di ringhiera.
Chiusa anche la Strada provinciale Vigentina. Sempre nell’hinterland, disagi si sono registrati a Limbiate, dove i canali di scolo non hanno retto la portata d’acqua che ha invaso le strade del centro, oltre che in varie zone della
Nell’hinterland Molte zone senza luce Chiusa la Vigentina e disagi a Limbiate, Opera e Locate Triulzi
Brianza e delle province limitrofe. Tornando nell’area urbana molti problemi li ha avuti anche la circolazione dei mezzi pubblici, con diverse interruzioni alle linee 3 e 5 della metropolitana, mentre in via Angelo Mauri manca la luce dalle 2 di giovedì notte.