Il tormento delle vasche
Il sindaco attacca il ricorso del collega di Bresso: tre interventi a Nord di Milano, il primo a partire sarà Senago
Alla vigilia del ritorno alla normalità, il Seveso riporta Milano alla realtà. E presenta il conto per un problema irrisolto che si trascina da decenni. L’esondazione formato extra large riporta in cima all’agenda le difese dalla furia dell’acqua che oggi può contare su un’unica arma, il canale scolmatore di Nord-Ovest. «Senza le vasche di laminazione a nord non si risolverà la questione», denuncia il sindaco Giuseppe Sala. Il rosario è ormai noto: Senago, Lentate, Paderno e Parco Nord. Un sistema di sfoghi artificiali già finanziati con oltre cento milioni di euro, eppure falcidiato dai ritardi. Altrettanto
Sala
È da due anni che fronteggiamo gli stop Pare che il Tribunale delle Acque deciderà a giugno, speriamo
famigerati sono infatti gli ostacoli che ne stanno accompagnando da anni la realizzazione.
In questa fase, a preoccupare il sindaco è in particolare la vasca al confine con Bresso. Dopo i ritardi accumulati in passato «la gara è stata aggiudicata ma è due anni che stiamo fronteggiando ricorsi, in particolare del Comune di Bresso — spiega Sala —. Ora, pare che il Tribunale delle Acque deciderà in giugno, speriamo».
Il passaggio dalla carta al cantiere è previsto il mese prossimo. Diciotto mesi di lavori, inciampi giudiziari permettendo. La replica dei «vicini» di comune è immediata: «Chiamami e cerchiamo una soluzione», gli risponde il sindaco bressese Simone Cairo, ricordando la sua proposta di mediazione («spostare di soli cento metri la vasca e reauna lizzarla a ridosso del cimitero di Bruzzano») finora mai presa in considerazione da Palazzo Marino, tanto da fargli concludere: «Chi amministra Milano si è rifiutato di spostarla di un solo centimetro e di prendere in considerazione alternative a quanto già deciso».
L’infrastruttura nell’area verde al confine nord della città non è l’unico grattacapo. Anche l’altra opera prioritaria prevista a Senago, più a monte, ha vissuto svariati inconvenienti: prima i ricorsi, poi un lungo contenzioso con l’azienda, quindi la rescissione del contratto e la nuova gara, infine il lockdown. «Dopo sospensione di due mesi causa coronavirus, le attività sono ora ripartite», rassicura l’assessore di Regione Lombardia Pietro Foroni, che definisce «imminente» la pubblicazione del bando per la vasca di Lentate, mentre a Paderno resta l’incognita bonifiche. Dalle parti del Pirellone comunque non s’arrendono: bisogna continuare ad accelerare per completare il progetto, altrimenti eventi come quelli dell’altra notte «rischiano di ripetersi». Concorda l’Ordine degli ingegneri: «Solo le vasche potranno risolvere il problema».