«In contatto con il virus solo il 10-20 per cento»
Oltre 66mila i test sierologici svolti dalla Regione Su 46 mila operatori sanitari il 13,6% ha gli anticorpi A Milano contagiato l’8% di medici e infermieri
Su 46 mila operatori sanitari lombardi sottoposti ai test sierologici condotti dalla Regione, il 13,6 per cento ha sviluppato anticorpi al Covid-19. E a partire da questo dato gli esperti del Pirellone suppongono che il virus finora abbia toccato il 10-20 per cento della popolazione lombarda. La maggior parte dei cittadini quindi non sarebbe entrata in contatto con il virus ed è potenzialmente a rischio. Le persone controllate sono più di 66 mila comprese le 19 mila in quarantena.
Su 46 mila operatori sanitari lombardi sottoposti a test sierologici, il 13,6 per cento ha sviluppato anticorpi al Covid19. E a partire da questo dato gli esperti del Pirellone suppongono che il virus finora abbia toccato solo il 10-20 per cento dell’intera popolazione lombarda. La maggior parte dei cittadini quindi non sarebbe mai entrata in contatto con il virus ed è potenzialmente ancora a rischio.
Sono i risultati aggiornati dei test sierologici condotti dalla Regione su specifiche categorie, per capire come e dove il coronavirus si è mosso. I test usati sono quelli messi a punto dal Policlinico San Matteo di Pavia con la società Diasorin, con finalità epidemiologiche. Lo scopo è quindi diverso da quello del tampone, utilizzato invece per diagnosticare l’infezione da Covid-19 o per certificare la fine della contagiosità di un paziente. I prelievi del sangue per scovare gli anticorpi riguardano — nello screening regionale — gli operatori sanitari e le persone che nelle scorse settimane sono state a casa in quarantena fiduciaria. In questa categoria rientrano i pazienti segnalati dal proprio medico con sintomi sospetti ma senza un evidente contatto con un caso certo di coronavirus, i contatti dei positivi, sia sintomatici sia asintomatici, indicati dalle Ats. Nessuno di loro è stato sottoposto a tampone. In tutto sono 66.178 le persone che sono state controllate, di cui 46.782 operatori sanitari e 19.405 cittadini in quarantena. Tra i primi, i positivi al test sono 6.379, ovvero il 13,6 per cento.
Ci sono ovviamente ospedali in cui il virus è circolato di più e corrispondono alle aree in cui l’epidemia si è fatta maggiormente sentire. Nell’Ats di Bergamo si arriva infatti al 24,1 per cento, in quella di Brescia al 16,5. Il dato più basso è quello dell’Ats dell’Insubria, con il 6,9 per cento, mentre a Milano al momento l’otto per cento di medici, infermieri e operatori è stato contagiato dal Covid-19. In questo conteggio rientra anche il Lodigiano. Qualche dettaglio in più su alcune strutture sanitarie milanesi: il Policlinico conta un sette per cento di positivi su 3 mila test, la maggior parte dei quali al lavoro nei reparti non Covid, il San Raffaele il 10 per cento circa su tutto il personale.
In generale, secondo gli esperti regionali si tratta di una «siero prevalenza media limitata», che potrebbe essere cartina tornasole del dato totale lombardo e impone ancora maggior prudenza nella Fase due, per il rischio di nuovi focolai. Anche lo screening sui pazienti in quarantena fiduciaria (42,1 per cento positivo al test) descrive bene la geografia del virus. Nelle Ats di Bergamo, Brescia e della Montagna oltre la metà delle persone che sono rimaste in isolamento e si sono sottoposte al prelievo del sangue ha gli anticorpi, ovvero è entrata in contatto con il virus, con picchi del 60 per cento per Seriate e Bergamo. Nell’Ats di Milano si nota il dato più basso dell’intera Lombardia: solo uno su cinque dei «quarantenati» ha davvero incontrato il virus, 699 persone sulle 3.545 sottoposte ad analisi. Un valore dimezzato rispetto ai primissimi risultati, che si attestavano al 40%. «I prelievi proseguono in modo incessante — spiega l’assessore alla Sanità Giulio Gallera — abbiamo già consegnato 200 mila kit alle aziende sanitarie e ai laboratori di riferimento. Dopo medici e infermieri, nei prossimi giorni inizieremo i test sulle forze dell’ordine».
I picchi
Nelle Ats dove il Covid è circolato di più Bergamo con 24,1% e Brescia con il 16,5%