Il palcoscenico sul camion
Shammah e l’idea di un teatro-itinerante
«Èimportante far sentire alla città che ci siamo, pronti a dare il nostro contributo di artisti capaci di raccontare con la testa e il cuore il nostro tempo. E non solo in streaming». Andrée Ruth Shammah, anima del teatro Parenti, è un fiume in piena. In attesa delle direttive ministeriali, annuncia i suoi piani per il ritorno in scena. Uno ha il sapore del teatro di un tempo, quello itinerante delle compagnie di giro, un’idea che dovrebbe realizzarsi nei mesi di giugno e luglio. «Stiamo preparando un camion-palcoscenico per portare un po’ di serenità e sollievo nelle zone della nostra regione più colpite dal viall’imbrunire rus», afferma la regista. «Nelle piazze più popolari spettacoli comici e tanta musica con Greta Rampoldi e i giovanissimi della Watt Band, per il pubblico adulto invece serate di poesia e musica classica». Contemporaneamente nella sala di via Pierlombardo, in cantiere altri appuntamenti. «Appena sarà possibile aprire vorrei proporre “Locke” di Filippo Dini, versione teatrale del successo cinematografico diretto da Steven Knight, un monologo che era in cartellone a marzo. Doveva essere rappresentato in uno spazio di 200 posti, dunque ora se lo mettiamo in scena nella nostra Sala Grande potremmo rispettare le distanze previste per il pubblico». Anche in piscina, o meglio nel giardino dei Bagni Misteriosi, oltre a laboratori per bambini e campus estivi, nei mesi di giugno e luglio musica e monologhi con attori e spiritelli di casa Parenti. «Sarà un teatro intimo per poche persone alla volta, a costi accessibili per tutti. Se il pubblico ha le mascherine e ogni spettatore è distante dall’altro, che rischio c’è nell’ascoltare musica in un parco? Il nostro desiderio è dare un po’ di serenità e se la gente non sarà troppo spaventata tutto ciò sarà possibile».
Ragionando poi sulla prossima stagione, Shammah aggiunge: «Dato che non sappiamo ancora nulla sulle possibili aperture di ottobre e tanti temono una seconda ondata di contagi, vale la pena giocare in positivo, perché il negativo quando arriva è sempre in anticipo. Dunque tanto vale provarci, con saggezza ovviamente. Del resto se non apriamo oggi quando lo potremo fare? Fino all’arrivo del vaccino? Ovviamente apre chi può e chi vuole, non è obbligatorio. Capisco benissimo i teatri che non sono nelle condizioni di poterlo fare e che hanno tutto il diritto di continuare a ricevere i sostegni economici previsti. In questo momento non credo ci sia qualcuno che voglia approfittarsene, nessuno vuole fregare nessuno».
La direttrice del Parenti non solo non si ferma, ma rilancia: «sto studiando una partnership con il teatro Vittoria di Roma per avere una mini stagione con gli spettacoli che non sono andati in tournée. Nel momento in cui tutto sembra stia per crollare è necessario investire». Infine un’ultima considerazione sul ruolo teatro: «Quando sento Conte dire che lui ce l’ha messa tutta ci voglio credere. Anche noi artisti dobbiamo fare la nostra parte, anzi se fin dall’inizio ci avessero chiesto il nostro contributo, il pubblico forse oggi ci vedrebbe in un altro modo».
Prove d’estate Spettacoli «intimi» per pochi spettatori allestiti nel giardino dei Bagni Misteriosi