Corriere della Sera (Milano)

Le riaperture all’ultimo metro

Trattativa sulle distanze. La Lombardia: passata la nostra proposta. Scritta con insulti a Fontana, sindaco solidale

- di Giampiero Rossi e Andrea Senesi

Iquattro metri previsti dai protocolli di sicurezza sanitaria ( «Troppi. A queste condizioni non apre nessuno», si diceva ieri a Palazzo Lombardia) non era l’unico nodo da sciogliere. Così, per tutta la giornata, si è cercato di trovare un «denominato­re comune» tra i programmi di riapertura presentati soltanto 24 ore prima, per poi rivolgersi con una sola voce al governo. E in serata Attilio Fontana annuncia l’intesa: «Il premier Conte ha recepito le linee guida delle Regioni. Un passo avanti decisivo per arrivare lunedì alla riapertura di una serie di attività produttive». E aggiunge: «Domani adotteremo provvedime­nti che garantiran­no la ripartenza in sicurezza di ristoranti, bar, parrucchie­ri e altre attività. E il sindaco Beppe Sala si appella al governo: «Insufficie­nti le misure previste nel decreto Rilancio».

Questione di metri. Per tutto il giorno, ieri, Palazzo Lombardia è stato l’epicentro di estenuanti confronti sulle distanze che dovranno essere imposte agli avventori dei ristoranti, a partire da lunedì. Troppi i quattro metri previsti dai protocolli di sicurezza sanitaria. «A queste condizioni non apre nessuno», si diceva ieri a Palazzo Lombardia.

Non era questo l’unico nodo da sciogliere. Così, per tutta la giornata, i presidenti delle Regioni hanno cercato di trovare un «denominato­re comune» tra i rispettivi programmi di riapertura, presentati soltanto 24 ore prima, per poi rivolgersi con una sola voce al governo. E in serata è lo stesso Attilio Fontana ad annunciare l’intesa: «Il premier

Conte ha recepito le linee guida delle Regioni — dice — . Un passo avanti decisivo per arrivare lunedì alla riapertura di una serie di attività produttive». E aggiunge: «Domani adotteremo provvedime­nti che garantiran­no la ripartenza in sicurezza di ristoranti, bar, parrucchie­ri e altre attività. Tutti lo dovranno fare utilizzand­o il buon senso e rispettand­o le regole per garantire la salute pubblica».

Dietro a questo annuncio, oltre alla giornata di confronto ininterrot­to tra governator­i smaniosi e più prudenti, c’è un rimpallo di responsabi­lità tra Stato e Regioni e un dibattito tecnico sul peso dei protocolli Inail, riferiment­o implicito di ogni misura per le prossime aperture. Ma nella mente di ciascun presidente ci sono anche i numeri dell’epidemia, che non lasciano tranquillo nessuno, sebbene non siano più quelli terribili delle settimane più nere.

Ora l’urgenza che arriva dai territori è quella economica. Da un lato i margini per riaprire, dall’altro i sostegni per rimanere a galla: «Regole di accesso ai bandi più veloci, procedure amministra­tive più snelle, tempi di pagamento certi, accesso rapido alla liquidità», sottolinea il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi. Anche secondo il sindaco Beppe Sala, i quattro metri imposti fino a ieri ai ristoranti sono troppi. Ieri ha partecipat­o alla riunione (in streaming) coi capigruppo della Camera e coi «colleghi» delle altre città metropolit­ane. «Le misure previste finora nel decreto Rilancio sono insufficie­nti a coprire le esigenze che ricadono sui bilanci delle amministra­zioni», il giudizio scolpito dai sindaci. In serata, ospite di « Accordi e Disaccordi», il talk politico condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, Sala non si è sottratto a un giudizio complessiv­o sulla squadra di Giuseppe Conte. «Il premier ha fatto il suo, ma non tutti i ministri sono in grado di gestire questa complessit­à. La prova della verità di questo governo sarà a ottobre, perché l’autunno è il momento difficile per il nostro Paese. Alcuni ministri andranno cambiati». Infine, una parziale autocritic­a rispetto alla sfuriata per le immagini della movida sui Navigli. «Io in quel video sono andato un po’ sopra le righe — ammette —ma ho voluto dare un segno immediato perché andando in giro vedevo tanti senza mascherina».«Quindi ho fatto un intervento, anche un po’ eccessivo, perché volevo dare segno della mia attenzione», ha concluso Sala.

Fontana Una buona notizia, il premier ha recepito le nostre indicazion­i

Fermi Ci vogliono accessi ai bandi più veloci e procedure più snelle

Sala Le misure del decreto Rilancio insufficie­nti per coprire le esigenze

Il «rimpallo»

Il balletto tra Stato e il fronte delle Regioni sui protocolli di sicurezza Inail

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