Le riaperture all’ultimo metro
Trattativa sulle distanze. La Lombardia: passata la nostra proposta. Scritta con insulti a Fontana, sindaco solidale
Iquattro metri previsti dai protocolli di sicurezza sanitaria ( «Troppi. A queste condizioni non apre nessuno», si diceva ieri a Palazzo Lombardia) non era l’unico nodo da sciogliere. Così, per tutta la giornata, si è cercato di trovare un «denominatore comune» tra i programmi di riapertura presentati soltanto 24 ore prima, per poi rivolgersi con una sola voce al governo. E in serata Attilio Fontana annuncia l’intesa: «Il premier Conte ha recepito le linee guida delle Regioni. Un passo avanti decisivo per arrivare lunedì alla riapertura di una serie di attività produttive». E aggiunge: «Domani adotteremo provvedimenti che garantiranno la ripartenza in sicurezza di ristoranti, bar, parrucchieri e altre attività. E il sindaco Beppe Sala si appella al governo: «Insufficienti le misure previste nel decreto Rilancio».
Questione di metri. Per tutto il giorno, ieri, Palazzo Lombardia è stato l’epicentro di estenuanti confronti sulle distanze che dovranno essere imposte agli avventori dei ristoranti, a partire da lunedì. Troppi i quattro metri previsti dai protocolli di sicurezza sanitaria. «A queste condizioni non apre nessuno», si diceva ieri a Palazzo Lombardia.
Non era questo l’unico nodo da sciogliere. Così, per tutta la giornata, i presidenti delle Regioni hanno cercato di trovare un «denominatore comune» tra i rispettivi programmi di riapertura, presentati soltanto 24 ore prima, per poi rivolgersi con una sola voce al governo. E in serata è lo stesso Attilio Fontana ad annunciare l’intesa: «Il premier
Conte ha recepito le linee guida delle Regioni — dice — . Un passo avanti decisivo per arrivare lunedì alla riapertura di una serie di attività produttive». E aggiunge: «Domani adotteremo provvedimenti che garantiranno la ripartenza in sicurezza di ristoranti, bar, parrucchieri e altre attività. Tutti lo dovranno fare utilizzando il buon senso e rispettando le regole per garantire la salute pubblica».
Dietro a questo annuncio, oltre alla giornata di confronto ininterrotto tra governatori smaniosi e più prudenti, c’è un rimpallo di responsabilità tra Stato e Regioni e un dibattito tecnico sul peso dei protocolli Inail, riferimento implicito di ogni misura per le prossime aperture. Ma nella mente di ciascun presidente ci sono anche i numeri dell’epidemia, che non lasciano tranquillo nessuno, sebbene non siano più quelli terribili delle settimane più nere.
Ora l’urgenza che arriva dai territori è quella economica. Da un lato i margini per riaprire, dall’altro i sostegni per rimanere a galla: «Regole di accesso ai bandi più veloci, procedure amministrative più snelle, tempi di pagamento certi, accesso rapido alla liquidità», sottolinea il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi. Anche secondo il sindaco Beppe Sala, i quattro metri imposti fino a ieri ai ristoranti sono troppi. Ieri ha partecipato alla riunione (in streaming) coi capigruppo della Camera e coi «colleghi» delle altre città metropolitane. «Le misure previste finora nel decreto Rilancio sono insufficienti a coprire le esigenze che ricadono sui bilanci delle amministrazioni», il giudizio scolpito dai sindaci. In serata, ospite di « Accordi e Disaccordi», il talk politico condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, Sala non si è sottratto a un giudizio complessivo sulla squadra di Giuseppe Conte. «Il premier ha fatto il suo, ma non tutti i ministri sono in grado di gestire questa complessità. La prova della verità di questo governo sarà a ottobre, perché l’autunno è il momento difficile per il nostro Paese. Alcuni ministri andranno cambiati». Infine, una parziale autocritica rispetto alla sfuriata per le immagini della movida sui Navigli. «Io in quel video sono andato un po’ sopra le righe — ammette —ma ho voluto dare un segno immediato perché andando in giro vedevo tanti senza mascherina».«Quindi ho fatto un intervento, anche un po’ eccessivo, perché volevo dare segno della mia attenzione», ha concluso Sala.
Fontana Una buona notizia, il premier ha recepito le nostre indicazioni
Fermi Ci vogliono accessi ai bandi più veloci e procedure più snelle
Sala Le misure del decreto Rilancio insufficienti per coprire le esigenze
Il «rimpallo»
Il balletto tra Stato e il fronte delle Regioni sui protocolli di sicurezza Inail