Corriere della Sera (Milano)

Niguarda, tombini esplosi vie chiuse e palazzi al buio «Paghiamo sempre noi»

Esausti gli abitanti del quartiere: basta con questa precarietà Serve più manutenzio­ne ai fiumi e un adeguament­o delle fogne

- di Stefano Landi

Benvenuti nella Venezia di Milano, detto con poche velleità artistiche e moltissime problemati­che legate all’acqua alta. Quando nel resto della città c’è una pozza, a Niguarda minimo è un lago. E la bomba d’acqua venuta giù l’altra notte ha lasciato il segno. Anche se nessuno qui si azzarda a fare paragoni biblici con le vere «alluvioni» nel quartiere, quelle del 2010 e del 2014.

Sono le 9 di mattina e Niguarda si risveglia con le cantine piene. Qualcuno ha rispolvera­to gli stivali. E fa un effetto strano, dato che per colpa del coronaviru­s qui ci si era quasi dimenticat­i del problema cronico. In via Valfurva, via Padre Luigi Monti e Val Cismon notoriamen­te il triangolo delle Bermuda. Quello che di solito si arrende per primo. Qui nella notte tra giovedì e venerdì i tombini sono letteralme­nte esplosi. Il fiume d’acqua entra anche nei pozzetti dell’A2A e causa blackout in serie. Palazzi al buio, alberi caduti, qualche disagio ai mezzi di superficie e bombardame­nto di chiamate al numero dei Vigili del Fuoco. I Vigili che chiudono le strade fino alle prime ore del mattino. L’odore acre marca il territorio e non lascia dubbi d’interpreta­zione. Perché stavolta è venuto su tutto dalle fognature. «Stanotte i niguardesi hanno pagato per l’ennesima volta lo scotto di un approccio alla natura obsoleto e distruttiv­o. Ma ogni volta che esondano Seveso e Lambro l’attenzione si concentra sulla superficie — racconta Jonathan Chiesa, che oltre ad essere tra i portavoce del comitato Torrente Seveso, a Niguarda ci vive da anni —. Da questo punto di vista a Milano manca manutenzio­ne. Il Seveso che entra sotterrane­o nella prima parte viene dragato bene, dopo meno, tanto che l’acqua fono

Granelli La decisione di far uscire le persone dalle comunità con sede sulle rive del fiume è stata presa per prudenza

gnaria esce sempre e solo qui», racconta. Ci sono le macchine dei vigili che scortano i camioncini dell’Amsa che rimettono in ordine le carreggiat­e. «È una situazione sfiancante, mentre chi di dovere non si occupa della pulizia delle acque», attacca il consiglier­e del municipio 9, Stefano Indovino. A pochi metri, una portinaia lava uno dei pochi marciapied­i intonsi con la canna. È nuova del ruolo: «Non ti basta l’acqua che è venuta giù», le grida un signore che a Niguarda di allagament­i ne ha colleziona­ti parecchi.

Milano ieri si è risvegliat­a con tutti gli acciacchi di un carico d’acqua come non se ne vedeva da tempo. Dalle 2 alle 6, per almeno 4 ore di un temporale senza mezze misure. E come si dice in un bar all’ombra dell’ospedale «almeno stavolta la bomba d’acqua ha picchiato in modo più democratic­o su tutta la città». «Incredibil­e — fa notare qualcu—. «Siamo tornati a parlare di vasche di laminazion­e e strade allagate». Un segnale che esiste ancora un’attualità complicata che va oltre le ferite lasciate dal Covid. Per molti il (nuovo) problema tra quelli sottovalut­ati è proprio quello degli scarichi fognari: «Questo è un quartiere tormentato che non può permetters­i un continuo stato di precarietà. Il Comune deve intervenir­e subito per adeguare le fognature», aggiunge Arturo Calaminici dell’associazio­ne Amici Parco Nord. Perché se pure è vero che non può piovere per sempre, «non possiamo nemmeno ogni volta pagarne i danni noi», dicono due signore che stanotte non hanno dormito. Ogni lampo e ogni fulmine era come un memo. Sapevano che la sveglia sarebbe stata pessima. E che sarebbe toccato anche stavolta lavorare di secchio e paletta. Senza nemmeno la consolazio­ne di essere in riva al mare.

Don Mazzi Gestione inadeguata: ci hanno mandati via nel cuore della notte dopo due mesi rinchiusi a causa del Covid

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Uno dei tombini saltati nel quartiere di Niguarda. Sotto la pressione delle acque sotterrane­e le chiusure si sollevano trasforman­do le strade in fiumi Solo in mattinata la situazione è tornata normale
(Salmoirago) Disagi Uno dei tombini saltati nel quartiere di Niguarda. Sotto la pressione delle acque sotterrane­e le chiusure si sollevano trasforman­do le strade in fiumi Solo in mattinata la situazione è tornata normale
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