La mia vita tra musica e yoga
La cantautrice Marianne Mirage si racconta
Il 9 marzo, giorno in cui fu decretato il lockdown nazionale, Marianne Mirage, al secolo Giovanna Gardelli, aveva appena pubblicato il nuovo singolo «Adieu». Allora la cantautrice romagnola, milanese d’adozione, era in tour con il secondo album «Vite private», lanciato nel settembre 2019 con un video per il brano «L’amore è finito» girato assieme all’attore Marco Giallini. «Poi la pandemia ha scombussolato i piani», dice. «Ma sarò sincera, sono stata bene a casa da sola. Dopo anni di corsa, sempre in viaggio, mi sono creata una nuova dimensione di vita con le mie piante, i pesci, i dischi, i taccuini su cui annoto frasi e disegno». Ne ha giovato persino l’ispirazione: «Sto scrivendo canzoni nuove e la cosa sorprendente è che sono allegre!», confida Marianne, che in «Vite private» — disco pop dalle venature black e soul — aveva condensato sentimenti e stati d’animo legati a una delusione d’amore. «Nell’album ho messo quella parte di interiorità più autentica che abbiamo paura di svelare. Le vite del titolo sono private sia nel senso di intime, che private dell’amore; non è stato facile aprirmi, svelarle, ma è stato liberatorio e ora è come se stessi riscoprendo la felicità». Merito della musica e di un’altra passione, lo yoga: «Da quando l’ho scoperto ho accantonato la vita disordinata di prima. Non fumo più, non bevo più, mi sono riappropriata del mio respiro: viviamo di apnee, se qualcosa ci agita tratteniamo il fiato senza accorgercene e questo ci allontana dalla soluzione; al contrario, respirando correttamente si porta ossigeno alla mente, che così si predispone a scovare vie di uscita».
È con questo spirito che la 30enne, figlia di un pittore e di una fisioterapista, sta proponendo sulla piattaforma Zoom vari appuntamenti tra musica, arte e yoga con ospiti vari; alcuni gratuiti, altri a 5 euro (info: www.instagram.com/mariannemirage; iscrizioni: marianneyogamirage@gmail.com). Risale a tre anni fa la partecipazione al Festival di Sanremo, tra le «Nuove proposte», con «Le canzoni fanno male», brano co-firmato da Francesco Bianconi dei Baustelle, al suo fianco anche in due tracce di «Vite private». La gavetta nei locali jazz: «È un genere che adoro. I primi soldi con la musica li ho guadagnati così: all’inizio mi offrivano qualche drink, poi ho cominciato a prendere 50 euro per tre ore di live, pochissimo, ma è stata una splendida palestra». E a chi di fronte alla pandemia si sente spaesato consiglia di recuperare su RaiPlay le puntate di «Specchio segreto», programma di Nanni Loy, il pioniere italiano della candid camera, datato 1964. «C’è una cura per sé e gli altri oggi difficile da trovare. Guardandolo ho capito che sebbene sia giusto andare avanti, nulla ci vieta di recuperare cose dal passato. Le abbiamo perse, ma è stato uno sbaglio».