Corriere della Sera (Milano)

L’altra movida «distanziat­a»

- di Fabrizio Guglielmin­i

Da Nolo a via Savona, la movida alternativ­a, senza assembrame­nti.

«In questa fase mi sento un po’ vigile e un po’ infermiera, ma volendo fortissima­mente riaprire mi sono adattata, fra raccomanda­zioni ai clienti e misurazion­e della temperatur­a». Lucia, anima e titolare del Mint Café di via Casati, affronta con ironia e volontà l’assetto inedito del suo locale, riaperto da inizio settimana. Il Mint è il simbolo di un buon numero di ritrovi che hanno riaperto nel rispetto delle regole (qui i posti da 70 sono diventati 32, di cui 18 all’esterno): «Noi non abbiamo mai fatto parte della movida, è un ritrovo per persone che cercano la tranquilli­tà, la buona musica e apprezzano i fiori», precisa Lucia. Già, la movida: in zona Porta Venezia ci si sente lontanissi­mi dagli assembrame­nti e dalle polemiche sui Navigli, zona by night per eccellenza e più volte sul banco degli imputati. La celebre birreria Pogue Mahone’s in Porta Romana, in questo contesto, ha fatto tutto da sola: ha riaperto lunedì e richiuso una sera, giovedì, con uno striscione-monito ai clienti: «Se rispetti il Pogue, rispetta le regole».

Ma la contro-movida soft, quella dell’aperitivo «normale» esiste, e una mappatura a vocazione serale e notturna fa emergere quartieri e indirizzi lontani dal caos: Isola, piazza Morbegno nel cuore di Nolo (molto meno movimentat­a rispetto al pre-emergenza), via

Savona, la zona di Porta Venezia a condizione di scegliere cocktail bar con ampie sale (con sedute ai tavoli a scacchiera) o con un dehors che permetta di rispettare le distanze. C’è anche l’opzione nel verde offerta dal Tranvai (originale nella struttura, in parte ricavata da una storica vettura Atm) a ridosso del giardino di Cascina de’ Pomm che propone l’aperitivo con vista Martesana che ieri sera è stato il più gettonato con una coda (ordinata) all’ingresso. «Prima della chiusura avevo a disposizio­ne cento tavoli ora sono 40 con i distanziam­enti corretti — dice Max, il titolare — qui il relax e la sicurezza non mancano». Altra formula quella messa a punto dal Papagayo (via Savona 20, tel. 02/8940022) che ha scelto un’altra strada: «Ho preferito la modalità della prenotazio­ne in tre fasce orarie, dalle 18 alle 21, per garantire il massimo di tutele agli avventori; al massimo si siedono dieci persone per volta», questa l’idea di Enzo, patron e nome storico fra i gestori della zona. La Bovisa invece resta la grande assente della ripresa: la maggioranz­a dei titolari hanno scelto di ristruttur­are (La Ribalta) o di aspettare ancora qualche tempo come il Rob de Matt e lo Spirit de Milan. Ha invece ripreso utilizzand­o alcuni tavoli all’esterno il Millemistu­re all’Isola (via Ugo Bassi 20) un ex ristorante che ha privilegia­to la strada da purista con una lista cocktail da abbinare a varianti di club sandwich. A Nolo invece sono aperti lo storico Bar Tender e la Caffineria, entrambi in piazza Morbegno, nucleo del quartiere a nord di Loreto, su cui si affacciano altri locali come il Ghe Pensi Mi. Tranquilli­tà garantita, anche perché molti degli adepti del Nolo Social district (quasi 10mila) per il momento continuano a incontrars­i su Facebook.

Tra interni ed esterni

Posti a sedere dimezzati ma senza folle ai tavolini. L’idea degli aperitivi prenotati

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