L’altra movida «distanziata»
Da Nolo a via Savona, la movida alternativa, senza assembramenti.
«In questa fase mi sento un po’ vigile e un po’ infermiera, ma volendo fortissimamente riaprire mi sono adattata, fra raccomandazioni ai clienti e misurazione della temperatura». Lucia, anima e titolare del Mint Café di via Casati, affronta con ironia e volontà l’assetto inedito del suo locale, riaperto da inizio settimana. Il Mint è il simbolo di un buon numero di ritrovi che hanno riaperto nel rispetto delle regole (qui i posti da 70 sono diventati 32, di cui 18 all’esterno): «Noi non abbiamo mai fatto parte della movida, è un ritrovo per persone che cercano la tranquillità, la buona musica e apprezzano i fiori», precisa Lucia. Già, la movida: in zona Porta Venezia ci si sente lontanissimi dagli assembramenti e dalle polemiche sui Navigli, zona by night per eccellenza e più volte sul banco degli imputati. La celebre birreria Pogue Mahone’s in Porta Romana, in questo contesto, ha fatto tutto da sola: ha riaperto lunedì e richiuso una sera, giovedì, con uno striscione-monito ai clienti: «Se rispetti il Pogue, rispetta le regole».
Ma la contro-movida soft, quella dell’aperitivo «normale» esiste, e una mappatura a vocazione serale e notturna fa emergere quartieri e indirizzi lontani dal caos: Isola, piazza Morbegno nel cuore di Nolo (molto meno movimentata rispetto al pre-emergenza), via
Savona, la zona di Porta Venezia a condizione di scegliere cocktail bar con ampie sale (con sedute ai tavoli a scacchiera) o con un dehors che permetta di rispettare le distanze. C’è anche l’opzione nel verde offerta dal Tranvai (originale nella struttura, in parte ricavata da una storica vettura Atm) a ridosso del giardino di Cascina de’ Pomm che propone l’aperitivo con vista Martesana che ieri sera è stato il più gettonato con una coda (ordinata) all’ingresso. «Prima della chiusura avevo a disposizione cento tavoli ora sono 40 con i distanziamenti corretti — dice Max, il titolare — qui il relax e la sicurezza non mancano». Altra formula quella messa a punto dal Papagayo (via Savona 20, tel. 02/8940022) che ha scelto un’altra strada: «Ho preferito la modalità della prenotazione in tre fasce orarie, dalle 18 alle 21, per garantire il massimo di tutele agli avventori; al massimo si siedono dieci persone per volta», questa l’idea di Enzo, patron e nome storico fra i gestori della zona. La Bovisa invece resta la grande assente della ripresa: la maggioranza dei titolari hanno scelto di ristrutturare (La Ribalta) o di aspettare ancora qualche tempo come il Rob de Matt e lo Spirit de Milan. Ha invece ripreso utilizzando alcuni tavoli all’esterno il Millemisture all’Isola (via Ugo Bassi 20) un ex ristorante che ha privilegiato la strada da purista con una lista cocktail da abbinare a varianti di club sandwich. A Nolo invece sono aperti lo storico Bar Tender e la Caffineria, entrambi in piazza Morbegno, nucleo del quartiere a nord di Loreto, su cui si affacciano altri locali come il Ghe Pensi Mi. Tranquillità garantita, anche perché molti degli adepti del Nolo Social district (quasi 10mila) per il momento continuano a incontrarsi su Facebook.
Tra interni ed esterni
Posti a sedere dimezzati ma senza folle ai tavolini. L’idea degli aperitivi prenotati