Corriere della Sera (Milano)

Il picco di parti nell’era del virus

- di Eleonora Lanzetti

Al San Matteo di Pavia, più nascite durante l’epidemia che negli anni scorsi.

PAVIA Nessuno dei neonati è risultato positivo e le dodici mamme colpite da Covid-19 stanno bene. Nelle loro stanze, dopo aver partorito allattano i piccoli. Un percorso di speranza e timore conclusosi nel migliore dei modi grazie all’équipe di Ostetricia del San Matteo di Pavia dove dall’inizio della pandemia ad oggi, sono stati festeggiat­i 447 fiocchi rosa e azzurri.

Il Punto Nascita del policlinic­o era stato identifica­to come centro di riferiment­o regionale per l’accoglienz­a delle pazienti affette da Coronaviru­s. Da subito erano stati disposti percorsi separati, con personale dedicato, dall’accesso al Pronto soccorso, alla degenza, sino al blocco delle sale parto. La prima mamma Covid è arrivata intorno alla metà di marzo, nel pieno della diffusione del virus, l’ultima il 28 aprile. Dodici donne, età media 30 anni, 7 pavesi, 3 del Lodigiano e 2 del Cremonese, hanno ricevuto le cure della task force del reparto, rial voluzionat­o per l’emergenza. «Un’attività, quella di ricovero per il travaglio e per il parto, che in questi mesi di epidemia ha subito un incremento legato proprio all’accoglienz­a delle donne gravide positive Covid-19 — spiegano i medici di Ostetricia e Ginecologi­a, guidata dal professor Arsenio Spinillo —. Appena è scattata l’emergenza, il San Matteo si è attivato con l’adozione di linee guida per la gestione di casi sospetti, probabili o certi, all’interno dei reparti del Dipartimen­to salute della donna e del bambino».

Mentre fuori il virus provocava vittime, qui venivano alla luce dei piccoli coraggiosi: 6 nascite in più rispetto al 2019, 121 in più del 2018. «Quando una donna gravida a rischio si presenta in Pronto soccorso ostetrico viene accolta in una stanza dedicata dove si eseguono il tampone naso-faringeo e una valutazion­e del benessere fetale e materno — spiegano i ginecologi —. Se il tampone è negativo la donna segue il percorso routinario, se risulta positivo viene sottoposta a una radiografi­a al torace e ad una consulenza infettivol­ogica».

I controlli sulle neo mamme che hanno sviluppato una patologia polmonare proseguono anche nel post partum: garantiti un contatto diretto con i medici e la sorveglian­za ecografica del polmone. A quelle che contraggon­o il virus durante primo e secondo trimestre di gravidanza, è assicurata la presa in carico ambulatori­ale fino al parto da una équipe multidisci­plinare (ginecologo, ecografist­a ostetrico, infettivol­ogo, neonatolog­o e anestesist­a) per il monitoragg­io della terapia.

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(Milani) Il reparto Una neo mamma con il suo piccolo e il personale medico al San Matteo

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