Scuola estiva, un sogno verde
Il Comune cerca le aree, offerta gratis la piazza D’Armi a Baggio. Appello di 100 istituti: riaprite a settembre
Sarà l’esame più difficile di quelli da sostenere a settembre. La riapertura delle scuole, che cercano spazi nuovi e diversi per sostenere la «nuova normalità» imposta dal coronavirus. Un po’ come avvenuto nel resto d’Europa, Palazzo Marino per l’avvio del prossimo anno scolastico cerca spazi complementari agli istituti. Non solo Summer school, ecco i flash mob di genitori, insegnanti e studenti che chiedono soluzioni. Invimit propone piazza d’Armi, nonché l’area dei Magazzini di Baggio in comodato d’uso gratuito.
Non solo Summer school. Le famiglie chiedono soluzioni per avere, all’avvio del prossimo anno scolastico, il maggior numero possibile di lezioni «in presenza». Quelle a distanza devono rimanere residuali, dicono. Ma servirebbero spazi ampi e all’aperto, complementari agli istituti, per garantire didattica e allo stesso tempo distanziamento sociale. Le scuole, da sole, non bastano. Oggi intanto manifesteranno in un flash mob diffuso i rappresentanti di genitori, insegnanti e studenti di un centinaio di primarie e secondarie milanesi, coordinate a livello nazionale.
«A settembre riaprite le scuole, rendete agibili luoghi in disuso, costruite nuove strutture temporanee e sicure per l’educazione», lanciano l’appello. A Milano ci sono 180 mila minori di cui occuparsi. Servono spazi e servono progetti: Palazzo Marino li cerca entrambi, intanto per l’estate. Si inizia dalla Summer school, intesa come «attività ricreativa e di crescita per bambini e ragazzi». Primo passo, la mappatura delle iniziative proposte dalle tante realtà educative, culturali e sportive della città. «Potranno anche essere messi a disposizione degli operatori, gratuitamente, spazi e aree verdi», precisa una nota di Palazzo Marino. Una prima offerta sul tavolo, a quanto può ricostruire il Corriere, c’è già. Invimit propone l’enorme piazza d’Armi, nonché l’area dei Magazzini di Baggio. Li concederebbe in comodato d’uso gratuito a Palazzo Marino fino a ottobre. Per dare un’idea, i cinque ettari del «pratone» — divisi per un distanziamento sociale di quattro metri quadrati a persona — darebbero la possibilità di ospitare 10 mila ragazzi e altrettanti potrebbero stare, in sicurezza, nei quattro ettari degli ex Magazzini.
La società, seguendo una idea dello studio Freyrie Flores architettura e Mobility in Chain, è disposta a contribuire con opere di urbanizzazione per rendere fruibile l’area in pochissimo tempo, nell’ambito di un progetto più ampio che il Comune sta definendo. L’iter è nelle mani dell’amministrazione, dunque: a carico di Palazzo Marino resterebbe il tema della responsabilità gestionale (copertura assicurativa, vigilanza e controllo covid inclusi) e quella igienico-sanitaria.
Su questo secondo punto, in via di ipotesi si tratterebbe di affittare bagni mobili per una spesa di alcune decine di migliaia di euro. Almeno due fondazioni (Cariplo e Aem) darebbero un sostegno, e chissà che non segua anche qualche mecenate. In un anno così difficile per tutti (anche per le casse di Palazzo Marino), i centri estivi per i bimbi delle primarie sono stati mantenuti in 41 scuole, anche se solo dal 29 giugno al 7 agosto. «La responsabilità di ciascuno aiuterà la buona riuscita di ogni progetto ma la giunta si è impegnata con il sindaco per offrire alle famiglie una pluralità di occasioni, con una regia comunale forte», sottolinea l’assessora all’Educazione Laura Galimberti. «Siano messe a disposizione del Co
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Le scuole di Milano, in città operano anche 300 oratori e 28 biblioteche civiche dove si potrebbero tenere corsi sia d’estate che durante l’anno scolastico
mune le ex caserme dismesse per la Summer school e la ripresa delle lezioni a settembre», tuona il consigliere del Partito democratico Alessandro Giungi.
Per parte sua il Politecnico supporta il Comune nel processo di riapertura della città su vari fronti interdipendenti, scuole incluse. «È evidente che lo spazio degli istituti non basta più», spiega Paola Savoldi, docente del dipartimento di Architettura e studi urbani. L’idea è creare una rete il più possibile capillare: oratori, biblioteche, campi sportivi, centri civici come i Cam o ancora sedi museali e di associazioni pubbliche e private, luoghi come l’ex Paolo Pini: «Uno dei criteri da tenere presente è la prossimità di questi luoghi con gli istituti. Se vogliamo incoraggiare la mobilità pedonale o ciclabile, le sedi devono essere facilmente raggiungibili da coloro che abitano nel quartiere e vicine le une e le altre per i docenti che dovranno muoversi in tempi brevi tra classi di alunni dislocati in luoghi diversi».
La situazione è estremamente complessa, bisognerà fare leva su tutto il patrimonio urbanistico disponibile: a Milano ci sono 844 scuole, quasi 300 oratori e una trentina di biblioteche civiche. «Nella rassegna degli spazi più adatti da contemplare, non possiamo permetterci di trascurare nulla». Anche perché l’estate ormai alle porte e il rientro al lavoro di molti genitori indifferibile.