Addio contanti: si paga in digitale
Primato di Milano e Lombardia per pagamenti digitali. «La svolta».
Una città che usa sempre meno contante e sceglie invece i pagamenti digitali con al primo posto carte contactless e app per smartphone. I passaggi veloci alle casse sono diventati un’abitudine consolidata per i milanesi durante i mesi più critici dell’emergenza Covid. Una tendenza confermata anche su un arco di tempo molto più lungo: per il terzo anno consecutivo Milano e la Lombardia sono al primo posto a livello nazionale per l’utilizzo di strumenti che rendono più marginale il contante, come conferma il rapporto 2020 (su dati 2019) del gruppo The European House Ambrosetti — think tank (e azienda di consulenza) — dedicato al settore che valuta le tecnologie innovative dedicate ai pagamenti consumer.
I punti chiave dello studio hanno individuato fattori «abilitanti» (le reti tecnologiche) e lo «stato dei pagamenti» (analisi delle modalità di transazione) per aree metropolitane, considerando non solo il milione e 400 mila residenti milanesi ma anche la cintura più estesa a 3,2 milioni di abitanti. Stabilito un indice su base dieci dai ricercatori, Milano è al primo posto nella classifica italiana «Metropolitan Cities Cashless 2020» con un valore 7,36 seguita da Bologna a 5,68. Molto simili i dati in ambito regionale con la Lombardia a 7,38 con Toscana ed Emilia-Romagna alle spalle.
Conferme sul primato cittadino e regionale sono anticipate anche da Ivano Asaro direttore (con Valeria Portale) dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico: «Stiamo raccogliendo i dati definitivi, ma già indicano un aumento esponenziale dei pagamenti da smartphone (app per i vari pos e transazioni in remoto), dall’inizio dell’anno fino ai mesi più critici del lockdown».
Il team del Politecnico studia le tante metamorfosi del denaro verso la moneta virtuale: fra gli altri, oltre ai portafogli elettronici, cominciano ad affermarsi (sia pure con volumi ancora limitati) i dispositivi wearable come gli orologi e ancora, in fase iniziale, quelli tramite gli assistenti vocali come «Alexia». «Nei prossimi mesi — continua Asaro — le statistiche dovrebbero mostrarci, nonostante l’ovvio crollo dei consumi generale a marzo e aprile, un aumento a due cifre degli strumenti high-tech; siamo convinti che queste sono abitudini che si manterranno nel tempo; non a caso a livello nazionale la cifra delle transizioni cashless è arrivato a 279 miliardi di euro». L’utilizzo esteso e quotidiano va di pari passo con la ricerca: fra le startup milanesi in crescita c’è Growish, specializzata in pagamenti che raggruppano più persone a livello privato o business per viaggi, liste nozze o beneficenza. Anche così il «coeur in man» meneghino diventa digitale.