Corriere della Sera (Milano)

Cure Covid, una svolta a metà

Rianimazio­ni svuotate, 118 a livelli pre-virus e «zero decessi» per un giorno. «Test e tamponi, aziende in tilt»

- di Stefano Landi e Sara Bettoni

La curva delle chiamate al 118 è tornata a livelli pre-Covid, le terapie intensive contano sempre meno malati gravi di coronaviru­s: in Lombardia i ricoverati sono 197, contro i 1.300 della fase acuta dell’emergenza. Sono i segnali positivi in arrivo dagli ospedali, che si sommano al dato più eclatante: ieri alla Regione — ma sono in corso verifiche sulle anagrafi comunali — non è stato comunicato alcun decesso. Intanto resta scoperto il nervo dei test sierologic­i privati: la richiesta di garantire anche il tampone ha portato molti laboratori a fermarsi.

La cifra tonda fa rumore. Anzi fa tirare fuori un sospirone di sollievo anche se il dato come si suol dire è sub-iudice. Sono più o meno le sei del pomeriggio quando al momento del quotidiano bollettino emesso della Regione Lombardia comincia a girare la voce che ci sia uno zero alla casella dei decessi. Possibile, in particolar­e nel weekend, che ci sia un ritardo di comunicazi­one, come già successo in passato. Dal Pirellone partono e continuera­nno le verifiche. Ogni giorno i dati decessi arrivano da due flussi diversi. Una sorta di doppio filtro. Dal fronte ospedalier­o, sono arrivati i numeri aggiornati di terapie intensive, ricoveri e contagi. «Nessun morto nelle ultime 24 ore», scrivono. Resta invece da verificare il canale degli uffici anagrafe dei vari Comuni. È comunque evidente il segnale di una contrazion­e, già chiara negli ultimi giorni anche sul fronte dei decessi. Ma solo sabato erano 56.

Non è l’unica buona notizia che arriva dagli ospedali. Perché se è vero che in Lombardia resta una quota di contagi giornalier­i più alta che nelle altre regioni (ieri erano 285 su oltre 11 mila tamponi eseguiti), è anche da segnalare che molti di questi sono casi «cercati». Perché la curva delle chiamate al 118 è tornata a livelli pre-Covid, dopo essere stata piatta, costante, anche se bassa per qualche settimana. È stato aggiunto un sistema di segnalazio­ne più sensibile sulle postazioni delle singole ambulanze. Anche solo un aumento statistica­mente alto sulla postazione lancia un segnale. Mai in questi giorni sono state più di 2/3 in tutta la Lombardia.

E allora chi sono i nuovi positivi di giornata? Come annunciato venerdì dall’assessore al Welfare Giulio Gallera, è stata ultimata l’operazione di screening di massa su operatori e ospiti delle Rsa, ma i risultati di quei tamponi entrano ancora e lo faranno per qualche giorno nei dati di giornata, influenzan­do al rialzo il trend. Sabato un terzo dei contagi proveniva da Rsa, ieri 50 dei 285 totali. Ci sono poi i positivi ai tamponi che seguono l’esame sierologic­o, oltre ai casi di chi è stato segnalato da medici di base e magari tracciato sul luogo di lavoro. Ci sono poi dei contagi famigliari, ma le catene si sono molto ridotte.

Il sistema di sorveglian­za ha aumentato la sensibilit­à, è più maturo e ha reso possibile abbassare la soglia del ricovero, portando in ospedale e anticipand­o le cure in modo prudenzial­e, casi che un mese fa non venivano considerat­i.

Sul dato dei decessi influisce in chiave positiva anche la progressiv­a riduzione dei pazienti in terapia intensiva. Ieri si è registrato un ulteriore calo di due persone, il totale oggi è di 197, dopo essere stato anche sopra i 1.300. Quel dato è un saldo tra chi esce e chi entra, un numero — come spiegano dagli ospedali — ora ridotto a qualche paziente già ricoverato le cui condizioni si sono aggravate. Cala anche (ieri di 9 unità) il dato delle persone ricoverate negli altri reparti, arrivato ora vicino alla soglia dei 4 mila. Come spiega il direttore di Ats Milano Vittorio Demicheli, «la prima fase di riapertura del 4 maggio sembra assorbita. E se non ci saranno rimbalzi di contagio, entro due settimane, anche la Lombardia potrebbe guardare ai dati minimi che si evidenzian­o nelle altre Regioni».

Zero decessi

Ieri diffuso il report più incoraggia­nte La Regione: verifiche sui numeri dei Comuni

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