Cure Covid, una svolta a metà
Rianimazioni svuotate, 118 a livelli pre-virus e «zero decessi» per un giorno. «Test e tamponi, aziende in tilt»
La curva delle chiamate al 118 è tornata a livelli pre-Covid, le terapie intensive contano sempre meno malati gravi di coronavirus: in Lombardia i ricoverati sono 197, contro i 1.300 della fase acuta dell’emergenza. Sono i segnali positivi in arrivo dagli ospedali, che si sommano al dato più eclatante: ieri alla Regione — ma sono in corso verifiche sulle anagrafi comunali — non è stato comunicato alcun decesso. Intanto resta scoperto il nervo dei test sierologici privati: la richiesta di garantire anche il tampone ha portato molti laboratori a fermarsi.
La cifra tonda fa rumore. Anzi fa tirare fuori un sospirone di sollievo anche se il dato come si suol dire è sub-iudice. Sono più o meno le sei del pomeriggio quando al momento del quotidiano bollettino emesso della Regione Lombardia comincia a girare la voce che ci sia uno zero alla casella dei decessi. Possibile, in particolare nel weekend, che ci sia un ritardo di comunicazione, come già successo in passato. Dal Pirellone partono e continueranno le verifiche. Ogni giorno i dati decessi arrivano da due flussi diversi. Una sorta di doppio filtro. Dal fronte ospedaliero, sono arrivati i numeri aggiornati di terapie intensive, ricoveri e contagi. «Nessun morto nelle ultime 24 ore», scrivono. Resta invece da verificare il canale degli uffici anagrafe dei vari Comuni. È comunque evidente il segnale di una contrazione, già chiara negli ultimi giorni anche sul fronte dei decessi. Ma solo sabato erano 56.
Non è l’unica buona notizia che arriva dagli ospedali. Perché se è vero che in Lombardia resta una quota di contagi giornalieri più alta che nelle altre regioni (ieri erano 285 su oltre 11 mila tamponi eseguiti), è anche da segnalare che molti di questi sono casi «cercati». Perché la curva delle chiamate al 118 è tornata a livelli pre-Covid, dopo essere stata piatta, costante, anche se bassa per qualche settimana. È stato aggiunto un sistema di segnalazione più sensibile sulle postazioni delle singole ambulanze. Anche solo un aumento statisticamente alto sulla postazione lancia un segnale. Mai in questi giorni sono state più di 2/3 in tutta la Lombardia.
E allora chi sono i nuovi positivi di giornata? Come annunciato venerdì dall’assessore al Welfare Giulio Gallera, è stata ultimata l’operazione di screening di massa su operatori e ospiti delle Rsa, ma i risultati di quei tamponi entrano ancora e lo faranno per qualche giorno nei dati di giornata, influenzando al rialzo il trend. Sabato un terzo dei contagi proveniva da Rsa, ieri 50 dei 285 totali. Ci sono poi i positivi ai tamponi che seguono l’esame sierologico, oltre ai casi di chi è stato segnalato da medici di base e magari tracciato sul luogo di lavoro. Ci sono poi dei contagi famigliari, ma le catene si sono molto ridotte.
Il sistema di sorveglianza ha aumentato la sensibilità, è più maturo e ha reso possibile abbassare la soglia del ricovero, portando in ospedale e anticipando le cure in modo prudenziale, casi che un mese fa non venivano considerati.
Sul dato dei decessi influisce in chiave positiva anche la progressiva riduzione dei pazienti in terapia intensiva. Ieri si è registrato un ulteriore calo di due persone, il totale oggi è di 197, dopo essere stato anche sopra i 1.300. Quel dato è un saldo tra chi esce e chi entra, un numero — come spiegano dagli ospedali — ora ridotto a qualche paziente già ricoverato le cui condizioni si sono aggravate. Cala anche (ieri di 9 unità) il dato delle persone ricoverate negli altri reparti, arrivato ora vicino alla soglia dei 4 mila. Come spiega il direttore di Ats Milano Vittorio Demicheli, «la prima fase di riapertura del 4 maggio sembra assorbita. E se non ci saranno rimbalzi di contagio, entro due settimane, anche la Lombardia potrebbe guardare ai dati minimi che si evidenziano nelle altre Regioni».
Zero decessi
Ieri diffuso il report più incoraggiante La Regione: verifiche sui numeri dei Comuni