Strada fantasma Vietato il dehors
Respinta la richiesta dell’Osteria Fusetti e di Oddo I vigili: non si capisce se è carreggiata o marciapiedi I gestori: «Chiediamo solo il permesso di lavorare»
Mentre sulla piattaforma del Comune piovono richieste per la prolunga esterna dei locali, a due gestori di via Torricelli è stata negata la domanda perché non risulta alla polizia locale se quella strada sia un marciapiede o una carreggiata. Oggi la protesta davanti a Palazzo Marino.
Per la sua conformazione, i più visionari nel quartiere considerano questo pezzo di strada, sul retro del naviglio Pavese, una specie di spiaggia metropolitana prestata alla causa gourmet, data l’infilata di locali da mangiare e da bere. Solo che mentre la città, non solo bar e ristoranti, anche librerie o farmacie, scopre il piacere di sdraiare sui marciapiedi la dimensione esterna del proprio locale, c’è chi invece pur avendo lo spazio davanti si è visto negare l’autorizzazione. Ivan Zanetti titolare dell’Osteria Fusetti, stamattina si piazzerà davanti al portone di Palazzo Marino aspettando che l’assessore al Commercio Cristina Tajani lo riceva. Con lui la socia (la madre settantenne), e Michele Randis che gestisce Oddo, una macchina da hot-dog, il locale della porta accanto. Avevano fatto insieme la domanda di occupazione di suolo pubblico sulla piattaforma del Comune per ottenere un dehors condiviso. E si erano portati avanti mettendo fiori e piante sulle ringhiere un po’ trasandate davanti. «Richiesta respinta, perché per loro la strada non esiste. O meglio esiste, ma gli stessi vigili, che danno il parere decisivo, non sanno se è una carreggiata o un marciapiede: tecnicamente la chiamano area senza indicazione di funzione», racconta Zanetti.
Il paradosso della vicenda è che lo stesso Comune si sta sforzando di accogliere, gratuitamente, più richieste possibile per spostare all’aria aperta più vita sociale di questa complessa estate di convivenza col coronavirus, nel segno del distanziamento sociale, per compensare la perdita di tavoli all’interno.
La corsa è iniziata una settimana fa, con procedure semplificate e risposte certe entro 15 giorni, con tasse di occupazione azzerate fino all’autunno, grazie alla sponda del decreto del governo. Sono piovute oltre 1.400 richieste, di cui già 900 considerate buone. «E qui ci sarebbero 100 metri di spazio, tra il civico 19 e il 21 di via Torricelli. Il Comune non può non conoscere il senso di una sua via e io in questo momento non ho alternative, potendo far sedere solo sei persone all’interno, stando alle normative Covid. Dopo due mesi e mezzo chiusi, con zero turisti e zero studenti in zona e i dipendenti in cassa integrazione. Non sto chiedendo soldi, ma solo il permesso di farmi lavorare con le disposizioni e l’aiuto che il Comune ha promesso di voler mettere in campo», continua Zanetti. A complicare le cose in questa strana vicenda di interpretazioni urbanistiche c’è un passo carraio autorizzato ma non utilizzato, ma anche, a non più di 50 metri, sempre in quel pezzo di area indefinita, un dehors in pianta stabile (autorizzato) di un ristorante cinese. «Come tanti che fanno il mio lavoro, sto facendo sforzi incredibili per sopravvivere a questo momento», dice Zanetti. Un caso talmente unico che la stessa responsabile del pacchetto permessi ha dubbi: «Io metterei solo tavolini e ombrelloni rimovibili oltre a rispettare, come da planimetria tutte le disposizioni riguardanti le distanze. Mi ha chiamato la responsabile dicendomi che sono perfette e se fosse per lei le autorizzerebbe senza nessun problema, ma prima andrebbe risolto il rebus di scopo di quell’area».
La protesta
Oggi sit in dei titolari davanti a Palazzo Marino per essere ricevuti dall’assessore
Gli spazi Ci sono 100 metri tra i civici 19 e 21 Si dia senso alla via
La crisi Dopo due mesi chiusi chiediamo l’aiuto promesso