Classi divise, turni e lezioni il sabato La scuola s’ingegna
Lavoro tra i banchi
I presidi hanno misurato aule e laboratori, hanno programmato turni, ingressi scaglionati, classi sdoppiate. Per progettare la ripartenza in sicurezza dopo la chiusura per pandemia scattata a febbraio, hanno reclutato anche professori architetti e insegnanti di matematica. Hanno inviato questionari agli studenti per sapere come raggiungono la scuola, quali mezzi prendono. Poi si sono fermati. «Tutto sospeso. Perché ci mancano i dati di base, a partire dal piano del trasporto pubblico», dice Bruna Baggio, preside del liceo scientifico Cremona e dell’istituto Zappa: «I ragazzi delle superiori si muovono con i mezzi. E dobbiamo avere la certezza che possano essere a scuola alle 8». Dal sondaggio fra i 1.500 studenti del CremonaZappa risulta che almeno 4 su dieci arrivano con bus, tram, metropolitana e che soltanto metà di loro potrebbe organizzarsi con un mezzo individuale. Programmi per il rientro comunque sono stati ipotizzati: «Prevediamo un primo turno dalle 8 alle 11 e uno successivo di altre tre ore. Il dato certo è che non possiamo avere nell’edificio più di un terzo degli studenti. E si dovranno dividere le classi perché nelle aule, e le nostre sono anche grandi, possono entrare non più di 14 ragazzi. Ma non è soltanto questione di spazi. Sì dovrà valutare quali corsi proporre online. E garantire a tutti strumenti adeguati per le lezioni a distanza: abbiamo svolto un sondaggio e il 7 per cento dei ragazzi in questi tre mesi si è collegato con il telefonino. Abbiamo ricevuto i fondi per acquistare pc e tablet ma vanno spesi entro settembre. I tempi sono stretti».
All’alberghiero Carlo Porta, in zona Bonola, 1.200 studenti, la preside Rossana di Gennaro studia un piano per garantire tutte le ore necessarie nei laboratori. «Come nelle aule, c’è spazio per metà classe. Dovremo aprire anche al sabato, non abbiano abbastanza personale Ata per prolungare l’orario oltre le due. Avremo due turni di ingresso e due di uscita. In sede entrerà la metà degli studenti e non più di 12 per aula. I nostri professori di matematica stanno calcolando distanze, numeri, presenze».
Piani diversi per i presidi di scuole elementari, medie, e dell’infanzia. «Niente più lezioni a distanza, tutti in classe», dice Milena Ancora, alla guida del comprensivo Borsi che riunisce sette scuole: «I bambini non possono stare soli a casa e i genitori devono lavorare. Già da quando è finito il lockdown sono meno seguiti». Al Borsi il piano di rientro perfetto è stato trovato per la sede di via Ojetti. «Due insegnanti architetti hanno preparato il progetto — spiega —, sulla base delle indicazioni del comitato tecnico del ministero. Qui abbiamo aule vuote e possiamo dividere le classi. In altre sedi però non è così e dovrò cercare spazi fuori. Per la primaria di via Silla il municipio 7 ne ha già individuati». Servono più aule e più insegnanti, ripetono i presidi alle prese con la ripartenza. «Siamo fermi in attesa di comunicazioni del ministero. Non sappiamo ancora se arriveranno più docenti e se il tempo scuola può passare da 40 a 30 ore. Ci prepariamo anche a ridurre le ore da 60 a 50 minuti. Devono arrivare linee guida al più presto».