Corriere della Sera (Milano)

L’appello di Maria a Mattarella «Un vitalizio per noi disabili»

La lettera e la visita al Quirinale: un progetto che aiuti chi ha gravi handicap

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MUGGIÒ (MONZA) «Egregio presidente della Repubblica Italiana le scrivo in merito al Dgr del 18 febbraio 2020 per il contributo badanti». Inizia così la lettera che Maria Cristina Speroni ha indirizzat­o a Sergio Mattarella. Una lettera dettata alla figlia perché Maria Cristina, 66 anni, non può più usare le mani sulla tastiera del computer a causa di una sclerosi multipla progressiv­a che da 15 anni la costringe su una sedia a rotelle. «Sono stata un’infermiera profession­ale — racconta nel suo appartamen­to di Muggiò che condivide con Greta, 22 anni, badante arrivata da poco dall’Albania —. Mi sono sempre occupata di sociale e oggi mi batto per i diritti dei disabili perché possano vivere con serenità la propria quotidiani­tà senza dover fare i conti con la burocrazia e i sostegni economici che non arrivano».

Negli ultimi undici anni Maria Cristina si è dedicata alla scrittura di un progetto a favore delle persone disabili che è riuscita a consegnare al Quirinale lo scorso 28 gennaio: «È stata una grande emozione — racconta —, ho potuto consegnare il mio progetto che ho chiamato “Fragilità” nelle mani di un’assistente incaricata dal presidente. È un progetto che ha riscosso interesse e che aiuterebbe molti disabili nella mia condizione». Nel progetto Maria Cristina Speroni chiede che venga istituito un vitalizio per le persone con disabilità gravissima come la sua: una cifra forfettari­a che comprenda i costi di una badante, le spese di vitto e alloggio, gli integrator­i alimentari, i costi dei contributi o previdenzi­ali. Circa 24.00 euro al mese. «Adesso ogni nove mesi bisogna riformular­e la domanda — dice —, i contributi arrivano in ritardo. Io non pago l’affitto per pagare la badante e quando finalmente arrivano i contributi arretrati sono già spesi per coprire i debiti». In questi giorni Maria Cristina è alle prese con il nuovo decreto regionale del febbraio scorso: «Devo mandare la domanda entro la fine di giugno, ma ho scoperto che percependo il contributo B1 per disabilità gravissima (1.100 euro) non

In Brianza ho più diritto al contributo B2 (600 euro) per la badante perché è riservato alle persone tra i 18 e i 64 anni di età e io ne ho 66. L’assurdo è che, essendo entrata nella categoria “anziani”, non ho più il sostegno economico della badante».

Secondo Speroni in Regione Lombardia manca un punto di riferiment­o per rispondere alle esigenze dei disabili. «Durante il lockdown mi sono sentita completame­nte abbandonat­a. Ho vissuto la quarantena con la zia della mia attuale badante e quando è arrivata Greta sono stata aiutata dal mio medico curante e ho dovuto pagarle a mie spese il test sierologic­o. Adesso che si sta riaprendo tutto ho ancora più paura perché lei è giovane, è giusto che esca e abbia del tempo libero, ma allo stesso tempo ho grande paura per me che ho un sistema immunitari­o fragile».

Nonostante le difficoltà Maria Cristina è una combattent­e: «In Regione mi conoscono — sottolinea —, sono un martello pneumatico, ma mi batto per vedere rispettati i miei diritti e di tutti quelli che come me non hanno voce. È arrivato il momento di sbrogliare tutta questa burocrazia per farci vivere in modo più sereno». I sogni nel cassetto non le mancano: «Voglio scrivere un libro sulla mia vita. Non dormo molto e alle 4 del mattino inizio a pensare e mando tutto a memoria. Meglio che mi procuri al più presto un registrato­re».

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(foto Radaelli) Maria Cristina Speroni, 66 anni, affetta da sclerosi multipla, con la badante Greta

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