Corriere della Sera (Milano)

EMERGENZA E CONTRACCOL­PI LE LEZIONI DA RECUPERARE

- Documenti e ritardi Maurizio Beretta Pino Colombo Laura Dodi C. B.

Ho letto la lettera della signora Migliavacc­a sulle vicissitud­ini per il ritiro di corrispond­enza gravata di tassa. Premesso che non capisco perché il postino — lo stesso che, presumo, quando va dal panettiere paga in contanti e non con bonifico — non possa ritirare lui stesso contanti (gli si fornisca una boccetta di disinfetta­nte da utilizzare prima e dopo il ritiro del contante).

Vorrei trasmetter­e alla signora la mia solidariet­à, perché sto vivendo il medesimo problema. Ho trovato nella casella un avviso di mancata consegna di un plico gravato di oneri doganali: la posta imputa la mancata consegna al «mancato pagamento del contrasseg­no da parte del destinatar­io» (chissà cosa penserà il mio corrispond­ente!).

Adesso, mi toccherann­o le medesime tre ore di fila, perché il mio ufficio postale, normalment­e aperto fino alle 19, chiude alle 13.35. Considero: ho pagato un’affrancatu­ra per la consegna a domicilio (e ciò non è avvenuto); il pacco è stato in lavorazion­e dalle Poste 8 giorni (e qualcuno poteva avvisarmi e chiedere di pa

Caro Schiavi, alla fine di questo mezzo anno scolastico mi faccio alcune domande. Che cosa ci ha fatto pensare il tempo della pandemia? Che cosa ci ha dato? Un grigiore emotivo mischiato alla voglia che accada qualcosa di positivo. Non c’è niente però, se non la speranza o la fede. Oggi sentiamo dire che la situazione cambierà. Ma la maledizion­e che la quarantena ci lascia addosso per lungo tempo resterà con noi studenti nell’anno del Covid. Lo smart working, le lezioni video faranno parte della nostra nuova modernità.

Caro Pino, non conosco la tua storia e nemmeno la tua scuola, ma queste parole mi fanno pensare al tempo che abbiamo perduto in questi mesi e in questi anni occupandoc­i troppo poco dei giovani e della loro formazione. Quel grigiore emotivo di cui parli è lo stesso che ho avvertito per settimane nella Milano del Covid, una città senza voci in balia dei bollettini sui contagi: sembrava quasi che spenta la movida e l’apericena si fosse spenta anche Milano. L’emergenza era sanitaria, chiaro: la salute vince su tutto. Inevitabil­e il coprifuoco, l’isolamento, la chiusura di scuole e attività gare (bonifico, Paypal?) che consentiss­ero il normale recapito; ma, in ultimo, avrebbero potuto chiedermi di provvedere al pagamento dopo la mancata consegna e quindi, assolto l’onere, chiedere un secondo recapito. Invece no. Beffa. Le Poste mi chiedono 7,50 di ulteriori diritti postali.

Via Disciplini commercial­i, l’obbligo di quarantena. Ma quella mancanza che traspare dalle tue parole è altro: è il vuoto che abbiamo scavato tra la scuola e la società, il mancato dialogo tra generazion­i, la difficoltà di avere tutte le dotazioni necessarie per seguire le lezioni a distanza attraverso computer e strumenti digitali. I più fragili tra i ragazzi, ricorda Daniele Novara, psicopedag­ogista, hanno avuto una botta depressiva. Chi era appiccicat­o ai videogioch­i si è perso. Chi aveva una dipendenza compulsiva si è trovato davanti un Eldorado… La scuola purtroppo ne esce con le ossa rotte. Con una ministra che dice tutti promossi, poi non si sa bene; con studenti che seguono le video lezioni e altri no; con le difficoltà varie della didattica a distanza. Sarebbe stata l’occasione per una didattica nuova, ma non eravamo pronti noi e nemmeno la tv di Stato. Poteva essere la prova generale di una scuola aperta, capace di coinvolger­e anche i genitori. Poteva essere l’occasione per fare nuove esperienze formative, cercando di tirar fuori dai ragazzi il meglio di sé, attraverso la maieutica e l’utilizzo di video coinvolgen­ti, come sa fare Piero Angela in tv. Possiamo recuperare, la lezione è anche questa: dobbiamo mette con la sanità anche la formazione per cambiare in meglio il nostro futuro.

In via Disciplini c’è un lampione che si accende e si spegna tutta la notte a intermitte­nza con notevole spreco di energia e fastidio per i residenti. Ho cercato di segnalarlo da piu di un mese, ma situazione è ancora tale. Chi dovrebbe sopperire e regolare la situazione? Sarebbe utile un intervento.

La seconda ondata

I dati meno drammatici (se così si può dire, con tutti quei morti) dei bollettini sul virus ci portano a essere ottimisti. Basta mettere il naso fuori e si vede una calca che dà molto da pensare. Il sindaco ha ritirato l’ordinanza che limitava l’asporto di alcolici «perché la cittadinan­za è responsabi­le». Aggiungend­o poi che quello che si è visto in piazza con i gilet arancioni è in negativo inarrivabi­le. Io dico, comunque: teniamo duro. La seconda ondata non deve arrivare.

Luce intermitte­nte

Teniamo ancora duro

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