Idee e progetti: la sfida Capitale
Se Roma riparte non possiamo che rallegrarcene. Milano è in infermeria: si riprenderà. Servirà uno sforzo collettivo per uscire dal silenzio e rimettersi in marcia con idee e progetti.
Caro Schiavi, leggo e riferisco con amarezza: Roma sta rubando il posto a Milano. Lei ha documentato la difficile ripartenza di Milano, ma nella capitale si preparano a brindare sul nostro declino per i troppi morti del Coronavirus in Lombardia…
Caro Arfini,
lasciamoli dire: se Roma riparte non possiamo che rallegrarcene. La capitale era talmente messa male che una sua risalita merita sostegno e incoraggiamento. Ma in quello che ha letto c’è una mezza verità: in politica siamo entrati in modalità sliding doors, come nel film con Gwyneth Paltrow. La porta scorrevole del Covid ha cambiato scenari e aspettative. Fino a qualche settimana fa Milano era un riferimento, la locomotiva italiana, la città guida dell’Italia (parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, applaudito alla Scala il 7 dicembre 2019). Il sindaco di Milano sembrava il sindaco d’Italia, l’economia faceva impennare il Pil, la Regione si adagiava su indiscussi primati, da Milano partivano prefetti per commissariare Roma (Francesco Tronca) o diventare ministri (Luciana Lamorgese) e dalla Lombardia un soldato della Lega diventava generale a tre stelle e leader in pectore del governo (Matteo Salvini). In questa miscellanea c’è tutto e il contrario di tutto, ma c’è anche una Milano che offre opzioni politiche al centrosinistra e al centrodestra, modelli divergenti su Europa e immigrazione, su economia e accoglienza. Ora tutto questo non c’è più. Milano è scivolata tra errori e supponenza nella gestione della pandemia, è caduta dal punto più alto della classifica dove si era adagiata e anche troppo crogiolata: e quando si cade dalla vetta ci si fa male, con le fratture e lo choc. Noi però non crediamo al contrappasso. Milano è in infermeria: si riprenderà. La voglia di ripartenza è compressa dal deserto che si è creato attorno al vero motore del Rinascimento milanese: la cultura. Il vuoto lasciato dai teatri, dai musei, dai luoghi della musica e dell’arte è più pesante di quanto si potesse immaginare. Servirà uno sforzo collettivo per uscire dal silenzio e rimettersi in marcia con idee e progetti. Milano è stata l’eccezione al clima di sconforto nel quale il Paese era immerso dopo la crisi del 2008. Sarà così anche dopo il Covid. Ci vorrà un po’ di umiltà in più e qualche passo falso in meno. Le città sono come le persone. Sono fatte di umori, carattere, personalità. Oggi l’umore di Milano non è dei migliori. Si aspettano segnali, esempi e impegni dai palazzi della politica. Ma questa non è una sfida per pochi, il rilancio di Milano riguarda tutti...
La locomotiva
Servirà uno sforzo collettivo per uscire dal silenzio e rimettersi in marcia con idee e nuovi progetti