Ultradestra e antagonisti Il «risiko» dei movimenti
I fronti aperti sono così tanti da rendere difficile una lettura omogenea. Ci sono le categorie in ginocchio per la crisi economica post Covid e ci sono gli storici movimenti di piazza, di destra e di sinistra. Una situazione che si preannuncia esplosiva, in particolare dopo l’estate, quando si capirà quanto e come le misure del governo saranno in grado di dare risposte alle esigenze dei lavoratori dele famiglie.
A Milano, ormai da due settimane, si va avanti con almeno due o tre manifestazioni al giorno. Il questore Sergio Bracco ha spiegato che sarà consentito a tutti di manifestare a patto che ci sia il rispetto delle regole sanitarie e di ordine pubblico. In piazza si sono già visti gli infermieri, gli specializzandi, i lavoratori dello spettacolo, i commercianti. E soprattutto ambulanti e tassisti, le due categorie più critiche per Milano. Perché molto numerose e perché già in passato hanno dimostrato di essere in grado di inscenare proteste clamorose. Per ora ogni categoria ha preferito muoversi autonomamente. Ma quando sarà chiaro che gli aiuti non saranno per tutti è possibile che le varie realtà si cementino. E che trovino espressioni ben più «rabbiose». È in questo fronte, populista che secondo i timori della questura potrebbero inserirsi gli «agitatori». I professionisti della protesta in grado di guidare una piazza altrimenti sfilacciata.
Da sempre tassisti e ambulanti sono nell’orbita di agitatori vicini alla destra. La destra estrema, per il momento, è apparsa in piazza con limitata partecipazione. Ieri una quarantina di «Mascherine tricolori» ha fatto un sit-in in piazza Castello. Si tratta di personaggi riuniti via social ma vicini a CasaPound. Forza Nuova invece è quasi sparita a Milano dopo la «scissione» dal gruppo romano di Roberto Fiore. Mentre «LealtAzione» che unisce destra, Lega e mondo ultrà, è stata finora silente. A sinistra sono stati i Cobas a rubare le prime scene. Ma anche qui le scissioni creano più di un imbarazzo. Ieri in Duomo c’erano gli Adl di Riccardo Germani e i Si Cobas. Mancavano i Sol Cobas di Fabio Zerbini con cui i rapporti sono pessimi. Tutti e tre i sindacati hanno ottime entrature nell’ambiente delle logistiche e del facchinaggio. Poli dove lo sfruttamento e i diritti dei lavoratori sono emergenze da anni.
Nel mondo dei centri sociali il fermento è alto. La questione della crisi (e la lotta per via Corelli) ha unito fronti che si erano logorati. Ieri in corteo è tornato Valerio Ferrandi in prima fila durante il movimento No Expo. Leader degli anarchici, Ferrandi ha sfilato con le Brigate volontarie di area antagonista, che in questi mesi hanno portato aiuti ad anziani e malati. In piazza anche gli anarchici di Corvetto e via Gola. Oltre a qualche «vecchio» di Panetteria, Transiti, Vittoria. Gli anarchici hanno annunciato una manifestazione per sabato 20 in piazzale Loreto. Appuntamento da bollino rosso perché lo stesso giorno è prevista la protesta «politica» della sinistra contro la Regione.