Scala, esami sierologici ai lavoratori
Test sierologici per tutti i dipendenti della Scala. È il risultato della trattativa a più riprese fra sindacati e direzione. Dopo due casi di Coronavirus accertati al Piermarini (un corista che si ammalò il 12 febbraio e poi guarito; un tenore nel cast della Salomé, all’inizio di marzo) da tempo i lavoratori richiedevano un protocollo di sicurezza per conoscere il proprio stato di salute. I controlli verranno eseguiti all’ospedale Sacco; il teatro si era rivolto al direttore Malattie Infettive del nosocomio Giuliano Rizzardini che aveva incontrato le maestranze nelle scorse settimana. Un punto è rilevante: la volontarietà del test che se non eseguito non impedirà in alcun modo il rientro al lavoro.
La Scala è chiusa dallo scorso 27 febbraio ed è alle prese con importanti questioni da risolvere. La prima è la sanificazione dei vari reparti del Piermarini con zone sensibili come la sartoria e i laboratori. Giovedì prossimo, la commissione permanente di sicurezza dell’ente lirico si riunirà nuovamente per verificare la concretizzazione dei protocolli. C’è poi il fronte degli artisti che, quando impegnati nelle prove, non potranno seguire tutti lo stesso protocollo di sicurezza con mascherina. Per la parte tecnica, da metà giugno verranno smontate le scenografie presenti al momento della chiusura sul palco e nelle aree dedicate: «Trovatore», «Il Turco in Italia», che aveva debuttato poco prima della chiusura, e «Salomé», uno dei titoli clou per la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Chailly. Si pensa anche al primo passo rivolto al pubblico con la riapertura del museo della Scala (tra una o due settimane da oggi). Resta l’intenzione di rialzare il palco a settembre con il Requiem verdiano, o in seconda battuta, per la Prima del 7 dicembre. Dal test, il dato più rilevante sarà la percentuale di chi o no abbia sviluppato in qualsiasi forma l’infezione da Covid-19, vista la presenza in teatro fino a fine febbraio. Restano poi da confrontare i profili dei venti lavoratori che si sottoposero a tampone, dopo il primo caso accertato di febbraio, con i nuovi dati del Sacco.