UN’ESTATE A DUE VOLTI TRA CRISI ED ECOLOGIA
Sondare gli umori del pubblico in questo periodo è obiettivamente rischioso: da una parte i comportamenti reali delle famiglie possono smentire poi le previsioni, pessimistiche o ottimistiche che siano; dall’altra possono rispecchiare la realtà e talvolta sono dolori. Come in questo caso: una indagine della Confcommercio-Censis, che ha coinvolto mille famiglie italiane, è pervenuta a un risultato amaro: il 48 per cento dichiara di rinunciare quest’anno a qualunque forma di vacanza, che sia l’estate al mare o in montagna, un ponte o un semplice fine settimana. Conseguenza immaginabile della pandemia che ha devastato il Paese. Non dovremmo farci ingannare dunque dai weekend di giugno che almeno alla vista fanno registrare fughe di massa. C’è comunque un’ altra inchiesta, questa volta di Altroconsumo, che riguarda l’Italia e la «sensibilità verde».
Il 76 per cento mostra di avere a cuore il problema ambientale e il 68 per cento è pronto a cambiare abitudini per comportamenti più green. Qualche dato: il 55 per cento acquista più verdura e prodotti a base vegetale, il 45 per cento ha ridotto il consumo di carne rossa. Solo che una buona fetta di intervistati (il 44 per cento) dice che i prodotti più sostenibili costano molto e con questi chiari di luna post-epidemia non c’è da stare allegri. C’è chi si chiede se alla fine il bonus vacanze sarà sufficiente. Una cosa dobbiamo chiederci, almeno come battuta: sarà un’estate al verde?