Palazzo Marino, i dipendenti promuovono lo smart working
Piace più ai dirigenti che agli impiegati. Tajani: ma non può essere la normalità
Dopo giorni di polemiche, un punto d’incontro s’è forse trovato. Bene lo smart working, ma con moderazione. «Con molta gente a casa le comunità si fermano», mette in guardia il sindaco Beppe Sala, che torna a porre l’accento sui rischi occupazionali: «Se non torniamo oggi in ufficio, non sappiamo cosa succederà in autunno». Il lavoro a distanza, però, sembra aver conquistato i dipendenti comunali, che promuovono l’innovazione. Anche se la cura da cavallo a cui sono stati sottoposti in migliaia in questi mesi «non è la normalità», ammette il suo assessore al Lavoro, Cristina Tajani, la prima a smarcarsi venerdì dalle parole del sindaco sull’«effetto grotta». «Deve integrarsi con la presenza in ufficio, non essere esclusivo», spiega. Su una cosa però è sicura: «Quello che abbiamo vissuto è un processo da cui non si torna indietro».
I risultati del sondaggio tra quasi 6mila degli oltre 7.300 dipendenti di Palazzo Marino sono incoraggianti. L’impatto choc con lo smart working è stato nel complesso positivo e la novità promossa con un rotondo 7,7 di media, conquistando in particolare i più giovani e con voti che crescono con il ruolo nell’amministrazione. Non a caso i più soddisfatti
Dirigenti risultano i dirigenti, che hanno dato un 8 pieno e in futuro potrebbero essere giudicati anche sulla gestione dei dipendenti in smart working.
In generale, per l’85% il lavoro agile è stata un’occasione per sperimentare un nuovo modo di approcciarsi al lavoro e per il 72,5 questa esperienza ha favorito l’acquisizione di nuove competenze, informatiche in testa. Il 66,8%, poi, ritiene che la propria produttività sia rimasta uguale e il 30% di questi dichiara che è addirittura aumentata.
Lo smart working ha offerto la possibilità di proteggersi dalla pandemia e di continuanetta
Disponibilità degli strumenti tecnologici
Clima di incertezza generale re a sentirsi parte della squadra. Ma oltre ai punti di forza, il sistema «in remoto» ha mostrato anche debolezze. A partire dal senso d’isolamento, dalla difficoltà a conciliare il lavoro con la gestione della famiglia, dalla carenza di strumenti digitali fino allo stress dovuto alla mancanza di una
In calo
Coinvolgimento nell’attività del Comune
Sperimentare un nuovo metodo di lavoro distinzione fra tempo di lavoro e tempo di vita, che apre il tema del diritto alla disconnessione.
«È stato fondamentale per garantire ai cittadini la continuità dei servizi», afferma l’assessore alla Trasformazione digitale, Roberta Cocco. «Il lavoro agile, che non può essere la modalità esclusiva, è ormai imprescindibile per una moderna amministrazione pubblica in grado di rispondere alla necessità di dipendenti e utenti coniugando risultati, efficienza e flessibilità», concorda Cristina Tajani. Convinzione confermata dal sondaggio: uno su tre spera che lo smart working possa essere sempre più presente, alternato al lavoro in sede. I 320 precursori che lo avevano scelto prima del Covid sono destinati ad aumentare.
Intanto è iniziato il percorso di ritorno alla normalità. Durante il lockdown solo un migliaio di dipendenti ha garantito «in presenza» i servizi essenziali: in particolare vigili, servizi civici e servizi sociali. Ora se ne aggiungono altri 2.500. «Abbandoneremo man mano questa modalità — conclude Tajani — ma non gli insegnamenti tratti e le nuove attitudini organizzative che valorizzano risultato, lavoro per obiettivi, conciliazione».