L’aspirante medico collezionista di 10
Lode al Parini, ha già passato il test per la laurea bilingue. «Ma ho avuto le mie crisi»
Dieci in italiano, dieci in greco, dieci in latino e così via. Fa un certo effetto leggere la pagella con cui Pietro Boerci, 18enne milanese, si è presentato all’esame di maturità al Liceo Classico Parini. Con questi voti e sessanta crediti è arrivata anche la lode all’esame, che ha iniziato parlando di Seneca e Platone e dell’importanza della ricerca nella vita dell’uomo. Pietro Boerci studierà Medicina a Humanitas University, durante il lockdown si era preparato anche per il test di ingresso ed è stato ammesso: «Ho scelto questo ateneo per la sua apertura internazionale. L’università poi offre borse di studio, che tenterò di prendere».
Dieci in italiano, dieci in greco, dieci in latino e così via. Fa un certo effetto leggere la pagella con cui Pietro Boerci, 18enne milanese, si è presentato all’esame di maturità al liceo Classico Parini. Con questi voti e sessanta crediti, non poteva arrivare che la lode. Che segue un altro successo: prima del lockdown, lo studente ha passato anche il test per Medicina al corso di laurea bilingue di Humanitas University.
Eppure, il suo percorso non è stato sempre così brillante. «Anzi, ci sono stati dei saliscendi. Ma questo lo ha reso ancor più soddisfacente. Studiare è un dovere, ma anche un piacere in fin dei conti. In questi cinque anni mi sono sentito crescere», racconta. Dopo le medie al Collegio San Carlo si era iscritto al Berchet, ma, dopo il biennio ha deciso di cambiare istituto. «I voti erano buoni, ma non ai livelli di oggi. Coi compagni andavo molto d’accordo, con alcuni insegnanti, invece, proprio non c’era dialogo e questo non mi incentivava a impegnarmi». Il cambio di scuola, però, non è stato indolore. «Il terzo anno è stato difficilissimo: ho scelto il corso con il potenziamento di matematica e ho dovuto recuperare un bel po’ di argomenti». Tornato in pari, Pietro ha cominciato a inanellare dieci e non ha più smesso.
«Sono determinato, ma non mi definirei un secchione — dice il diciottenne —. Non ho una routine di studio, ma non ho mai fatto maratone. Secondo me l’ingrediente fondamentale è la costanza. Non ho mai studiato cinque ore di fila, ma le due o tre ore di studio che facevo ogni giorno cercavo di dedicarle solo a quello, per farle fruttare al massimo». Al maxicolloquio ha cominciato parlando di Seneca
e Platone e dell’importanza della ricerca nella vita dell’uomo «e poi siamo finiti a discutere di veleni, con la prof di scienze», ride. Ad ascoltarlo, in veste di accompagnatore, c’era uno dei suoi più grandi amici: Tommaso, ex compagno del Berchet. E fuori, pronte a festeggiarlo, tre amiche del Parini, Bianca, Domitilla e Elisa. «Con loro e altri compagni avevamo in programma di partire per l’interrail, ma la pandemia ha sconvolto i nostri piani. Questo non è l’anno adatto per girare l’Europa. L’estate la passerò tra la Liguria e la Val d’Aosta, un po’ con gli amici, un po’ coi miei genitori e mio fratello» dice Pietro, che ora dovrà studiare solo per prendere la patente.
Poi, in autunno, comincerà i corsi all’Humanitas. «Ho scelto questo ateneo per la sua apertura internazionale, ha studenti che provengono da tutto il mondo e dà la possibilità di fare esperienze all’estero che sono un valore aggiunto in un percorso universitario. E poi offre anche borse di studio, che magari tenterò di prendere». Ma, oltre ai libri, che passioni ha? «Niente di speciale, uscire con gli amici, andare la sera sui Navigli. Però quest’anno mi sono dedicato anche alla scrittura e ho partecipato con un mio racconto a un concorso letterario. È stata un’esperienza molto stimolante. E, no, stavolta, non ho vinto, è andata male», scherza.
Ieri e domani «Nella mia carriera ci sono stati saliscendi» Ha già passato il test per la laurea bilingue