Grande Guerra A Bormio nasce il museo
Investimento da 2,6 milioni. Verrà ricostruito il rifugio austriaco dello Scorluzzo
Tutto è rimasto intatto: coperte, brandelli di divise, scatolette di cibo. Nasce a Bormio il Museo della Grande Guerra. All’interno testimonianze della vita dei reparti austriaci impegnati sul fronte lombardo. L’inaugurazione nel 2022.
LECCO L’ingresso è stretto e angusto: un buco tra le rocce della montagna, rimasto per oltre un secolo nascosto dal ghiaccio. Si scende fino a sei metri per raggiungere la baracca scavata nella roccia. Tutto è rimasto intatto: coperte, brandelli di divise, la stufa con ancora la legna da ardere, gavette e scatolette di cibo. Sembra quasi di vederli i soldati che per più di tre anni hanno vissuto sottoterra, stretti uno all’altro, il freddo a consumare le ossa, la fame, l’orrore della guerra. Il rifugio austro-ungarico sulla cima del Monte Scorluzzo, 3.095 metri di quota, nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, sarà l’attrazione principale del museo della Grande Guerra che troverà spazio all’interno dell’ex caserma Pedranzini di Bormio. Il bivacco, la cui scoperta risale al 2015, con una campagna di scavi iniziata un paio di anni più tardi, verrà minuziosamente ricostruito nel nuovo polo museale. All’interno gli oggetti rinvenuti, testimonianze della vita quotidiana dei reparti austriaci impegnati a presidiare il fronte lombardo.
Nei giorni scorsi l’approvazione dell’ipotesi di accordo di programma che prevede l’inaugurazione del museo nell’estate 2022. Costo 2 milioni e 600 mila euro, la maggior parte stanziati da Regione Lombardia. Previsto l’adeguamento del fabbricato, l’appalto della progettazione è già a bando, l’allestimento dell’esposizione e la predisposizione di percorsi didattici e informativi. Della partita fanno parte anche il Parco dello Stelvio, l’associazione Museo della Guerra Bianca in Adamello, i comuni di Bormio, Valdidentro, Valdisotto e Valfurva, Ersaf e la Comunità montana Alta Valtellina. «A distanza di cento anni permetteremo di riscoprire le tracce di quei tragici eventi che hanno segnato la storia italiana. Oltre al valore storico e culturale sarà un volano per il turismo», spiegano gli assessori regionali alla Montagna e alla Cultura, Massimo Sertori e Stefano Bruno Galli.
«Ricostruire l’intero bivacco in un museo è un’impresa che non ha precedenti. Ricordo ancora il giorno della scoperta: una cartolina ingiallita incastrata tra i sassi, la lettera dei famigliari a un soldato. Abbiamo capito che sotto il ghiaccio doveva esserci qualcosa», racconta ancora emozionato John Ceruti, direttore scientifico dell’associazione Museo della Guerra Bianca in Adamello. «La macchina del tempo dello Scorluzzo ci ha fatto un grande dono. Tra i pagliericci abbiamo trovato persino dei semi tornati alla vita dopo oltre un secolo: ci consentiranno di studiare gli aspetti biologici, glaciologici e morfologici del territorio», conclude Alessandro Nardo, direttore del Parco nazionale dello Stelvio.