I Verdi: «Al voto con una lista autonoma»
A rischio il futuro della coalizione. Le tensioni con Sala sulle scelte urbanistiche
Verdi, fieri e solitari. E magari con un candidato sindaco di bandiera, se i temi ambientalisti dovessero «continuare a rimanere fuori dall’agenda di questa giunta». Dopo la nuova lite intorno a piazzale Baiamonti, ecco la dichiarazione d’intenti dei Verdi milanesi.
Verdi, fieri e solitari. E magari con un candidato sindaco di bandiera, se i temi ambientalisti dovessero «continuare a rimanere fuori dall’agenda di questa giunta». Dopo la nuova lite intorno al presente e al futuro di piazzale Baiamonti, ecco la dichiarazione di guerra dei Verdi milanesi.
«Siamo convinti che si possa e si debba fare più e meglio. Abbiamo deciso che alle prossime elezioni amministrative cittadine ci presenteremo con una nostra lista autonoma, aperta ad accogliere chi vorrà partecipare al nostro progetto, che avrà il simbolo di Europa Verde: un simbolo che ci accumuna ai Verdi europei, della cui grande famiglia siamo parte integrante», l’annuncio di Elena Grandi co-portavoce nazionale del movimento. Non esattamente un ramoscello d’ulivo. «C’è bisogno di politiche ambientali coraggiose e radicali. L’ecologia di facciata non basta più. È tempo di cambiare. Anche a Milano», prosegue Grandi. Il rischio, a sinistra, è che i Verdi si scelgano un candidato in proprio e si sfilino dalla coalizione. «In questo momento nessuna ipotesi è da escludere», conferma la portavoce nazionale, lasciando intendere che un accordo sarebbe però più semplice se Sala rinunciasse al mandato bis e il Pd, attraverso le primarie, puntasse su un altro profilo. Il sindaco in carica, d’altra parte, non ha mai nascosto una certa insofferenza nei confronti del «partitino» ambientalista italiano. «In Europa prendono caterve di voti, da noi sono all’un per cento. Si chiedano il perché», ha più volte «pizzicato» Sala. Che ieri è tornato sulla questione: «Se continuiamo a parlare di ambientalismo vedendolo come una cosa a sé stante, facciamo un errore. La nuova società che desideriamo cambia in termini di edilizia ambientale, di equità sociale, di trasformazione digitale. Infatti dove i Verdi hanno successo in Europa, sono profondamente ambientalisti ma guardano con realismo anche agli altri
Tutte le notizie cittadine in tempo reale con le immagini e i commenti sul sito internet aspetti. Serve una visione ambientale serena, che fa i conti con la realtà. La gente vuole vivere in città, ma in una città diversa, in cui non ci si ammala di smog», ha detto il sindaco.
Ma l’elenco delle questioni che dividono il mondo ambientalista dalle scelte urbanistiche dell’attuale amministrazione si allunga. In testa a tutto c’è la partita del nuovo stadio di San Siro, destinata peraltro a finire al centro della prossima campagna elettorale se, come sembra, l’ultima e decisiva parola del Consiglio non arriverà prima della fine di questo mandato. In ogni caso gli ambientalisti milanesi si sono dati appuntamento martedì prossimo per un presidio di protesta proprio davanti al municipio. Ma anche un’altra gigantesca sfida come quella del trasloco delle facoltà scientifiche della Statale sui terreni di Expo è al centro di un lungo braccio di ferro politico, amministrativo e accademico. E poi le questioni più locali, «di quartiere», con la difesa del verde esistente contro gli interventi di trasformazione urbanistica, da piazza d’Armi alla Goccia in Bovisa, fino agli alberi del campus di Città Studi e passando, appunto, per piazzale Baiamonti, dove i duri e puri contestano la «piramide-bis» di Herzog.
Carlo Monguzzi, storico esponente dell’ambientalismo milanese ma eletto col Pd, scuote la testa: «Peccato. Rispetto la decisione ma credo sia un errore. Il nostro ruolo è guidare le amministrazioni verso politiche più rispettose dell’ambiente. Contro troveremo i più retrivi dei commercianti, gli automobilisti più incattiviti e il partito della conservazione. Ma sono convinto che alla fine i Verdi saranno al nostro fianco».
La sfida
Sulla possibile presenza di un nostro candidato al momento nessuna ipotesi è da escludere