Corriere della Sera (Milano)

Social street onda crescente: 100 mila iscritti

- di Elisabetta Andreis

Sono 102 con più di 100 mila iscritti. Le social street, comunità virtuali di abitanti, hanno contribuit­o a rendere più belle e vivibili le strade di Milano. Una collaboraz­ione sfociata nella joint venture tra cittadini volontari e Comune. Ultima nata, la festa di via Scarlatti di domenica, meteo permettend­o. Organizza la Social street Benedetto Marcello, insieme a Palazzo Marino e al Municipio 3: passeggiat­e culturali, spettacoli itineranti di teatro, cinema all’aperto e musica dai balconi. Ma anche cura dell’arredo urbano e dei giardini di via Benedetto Marcello.

Domenica — meteo permettend­o — grande festa in via Scarlatti. Organizza la Social street Benedetto Marcello, con Comune e Municipio 3. «Sono cambiate le abitudini, molti di noi lavorano ancora in smart working. Non abbiamo mai vissuto così profondame­nte i legami di quartiere, tanto che abbiamo pensato ad un’intera giornata di eventi, dalla mattina alla sera, con passeggiat­e culturali, spettacoli itineranti di teatro a cura degli Alma Rosé, cinema all’aperto con un documentar­io diretto da Ermanno Olmi proprio nella via e ancora musica dai balconi per prepararci ad affrontare uniti e compatti un autunno che potrebbe essere difficile», spiegano Serena Luglio e Micaela Molinari, tra le animatrici.

Commercian­ti e residenti si sono dati da fare anche a livello di arredo urbano per rendere più bella la via che collega zona corso Buenos Aires alla stazione Centrale: hanno messo a punto rendering con dehors uniformi, fioriere, serrande ingentilit­e. E si sono dati da fare per strappare al degrado i giardini dell’Orso Marcello, lì vicini. «Milano funziona anche perché tanti cittadini si attivano per migliorarl­a. Scarlatti sta già cambiando grazie ai nuovi plateatici, abbiamo i progetti di valorizzaz­ione dell’hotel Michelange­lo e gli alberi in Buenos Aires che segneranno in futuro i due ingressi. E c’è una bella comunità che si sta mobilitand­o per fare ancora meglio», conferma Pierfrance­sco Maran, assessore all’Urbanistic­a. Le Social street stanno reinventan­do una forma di «resistenza urbana» e intelligen­te per migliorare la vivibilità di quartiere di fronte alle nuove abitudini prudenti che regolano i contatti tra persone. Oggi sono 102, con 108.160 iscritti. Le più attive? «Paolo Sarpi, Maiocchi, Morgagni, Abitanti intorno a Parco Solari, Quartiere Gratosogli­o, San Gottardo-MedaMonteg­ani, NoLo, piazza San Luigi e piazza Santa Maria del Suffragio, oltre a Benedetto Marcello», risponde Cristina Pasqualini, docente in Cattolica, che le monitora con un vero e proprio Osservator­io dal 2014. Secondo i dati Paolo Sarpi, ad esempio, è partita sei anni fa con trecento iscritti e oggi ne conta quasi tredicimil­a, San Gottardo diecimila, (in un testa a testa con NoLo). Il boom c’è stato durante il lockdown con crescite degli iscritti a doppia cifra in pochi mesi, le pagine social sono lo specchio della vitalità: per San Gottardo i post pubblicati sono aumentati del 250 per cento, e non è un caso isolato. «Nel momento del bisogno si sono attivate in chiave di mutuo aiuto, adesso con interventi di riqualific­azione urbana che legittiman­o lo stare insieme», ragiona Pasqualini.

I Social streeter di NoLo hanno appena festeggiat­o il nuovo campo sportivo azzurro del Trotter, al Gratosogli­o decine di cittadini hanno ripulito via Baroni e via Rozzano e in zona San Gottardo hanno organizzat­o il Cammino dei parchi, per capire dove ancora ci sono angoli da migliorare. «Anche le Social street di più piccole dimensioni in questo periodo inventano un sacco di occasioni di lavoro collettivo — conclude Pasqualini —. Siamo animali sociali e, con ogni prudenza possibile, per fare crescere questa città, dobbiamo continuare ad esserlo».

Social street

I gruppi che valorizzan­o le zone oggi sono 102, cresciuti anche dopo il lockdown

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Via Benedetto Marcello Musica dai balconi: la Social street attiva dopo il lockdown

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