Caso Ponchielli: la sovrintendente sotto accusa
Angela Cauzzi sotto accusa: vantaggi patrimoniali al fratello
CREMONA Avrebbe favorito il fratello assegnandogli, senza gara d’appalto, forniture di attività di fonico e di noleggio di materiali. Angela Cauzzi, 69 anni, da più di trenta Sovrintendente del Teatro Ponchielli, incarico che lascerà a fine anno, ora è indagata dalla Procura per abuso d’ufficio. L’ipotesi su cui sta lavorando la Guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore, Milda Milli, è che la «padrona di casa» del tempio della lirica avrebbe procurato vantaggi patrimoniali al fratello Alberto, titolare della Pro Service, nell’assegnazione diretta di forniture sopra i 40 mila euro nel 2019, bypassando, così, la gara d’appalto. Non solo. Alla Sovrintendente Cauzzi si contesta la mancata astensione dalla deliberazione di affidamento delle forniture alla società del fratello, configurando un conflitto di interessi. Chi indaga, parla di una «cornice di favoritismi» ai familiari. Come la sorella, nel 2015 assunta nella biglietteria del Museo del Violino gestita dalla Fondazione Ponchielli. O come la nipote, che sino al 2016 ha lavorato nel bar del teatro. Ieri i finanzieri si sono presentati nell’ufficio della Sovrintendente Cauzzi L’indagine è nata da un esposto presentato prima dell’estate da due nuovi consiglieri del cda del Ponchielli, che avevano segnalato le anomalie. Ed è nata in piena bufera politica sull’avvicendamento della Cauzzi, sovrintendente storica messa alla porta senza nemmeno un grazie. È vero che a dicembre il suo mandato terminerà ma, prima dell’estate, aveva fatto discutere il benservito che l’ultimo consiglio di amministrazione presieduto dal sindaco Gianluca Galimberti le aveva riservato. Anche perché era già stato scelto l’ erede, Andrea Cigni, regista teatrale di origine livornese, cremonese di adozione nominato il 21 settembre scorso. L’indicazione, però, era stata camuffata dalla decisione di affidare la selezione dei candidati alla Egon Zehnder, società di cacciatori di testa specializzata nella ricerca di figure manageriali in campo culturale e teatrale. Nel mirino erano finiti i criteri per partecipare alla candidatura, tra i quali la conoscenza dell’inglese, lingua che la Cauzzi non padroneggia.
A Cremona i veleni sull’affaire Ponchielli, dunque, continuano a scorrere. E non solo perché la selezione del candidato era costata 25 mila euro, Soprattutto perché, su Facebook, il sindaco Galimberti ha rivendicato l’amicizia con Cigni. «Una farsa», per i tre consiglieri di Forza Italia, Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi: «Il nome del prescelto era già stato individuato ben prima della selezione — affermano i tre consiglieri di minoranza —. Ma la questione più dolorosa emerge dal lungo intervento che il sindaco ha pubblicato sul sito “Cremona si può”. Galimberti non solo rivendica l’amicizia con la persona “selezionata”, ma aggiunge che la sua conoscenza diretta ha costituito un “valore aggiunto” nei processi di selezione. È così che si sceglie la figura più autorevole e più preparata? Quindi la selezione (costata 25.000 euro) è stata un paravento? Bastava essere amici del sindaco per avere un punteggio più alto? Dinamiche che riabilitano la tanto vituperata Prima Repubblica!».