Svolta al Piccolo, l’ira della Regione
L’assessore Galli: «Cda allargato, scelta becera». E si apre il fronte Film Commission
Piccolo, Film Commission, i rapporti tra Comune e Regione, nei cda che vedono insieme le due istituzioni, sono ai minimi storici. Una guerra, senza confini e ben oltre il bon ton istituzionale. Ieri, la cooptazione di due nuovi consiglieri nel cda del Piccolo (l’ex ministro Ornaghi e l’esperta di musica e teatro Mimma Guastoni) ha provocato la reazione della Regione con l’assessore Galli: imposizione becera e vergognosa. Dimenticandosi che lo stallo sul Piccolo è stato determinato dall’ostruzionismo dei 2 consiglieri regionali nonostante la maggioranza avesse scelto il successore di Escobar. Su Lfc, il Comune chiede di revocare la nomina del responsabile della vigilanza.
Non c’è solo il cda del Piccolo a dividere Comune e Regione. La guerra si allarga anche a un altro board, quello di Lombardia Film Commission, la fondazione che ha come soci Regione e Comune, al centro dell’inchiesta della magistratura sull’acquisto gonfiato del capannone a Cormano. A fare da detonatore l’avviso pubblico con cui il presidente di Lfc, Alberto Dell’Acqua, dà il via alla raccolta di manifestazioni di interesse per la nomina del «nuovo» responsabile dell’Organismo di vigilanza. Un bando lampo visto che viene pubblicato il 7 luglio e chiuso sette giorni dopo, il 14 luglio, senza bisogno di graduatorie o punteggi perché l’avviso parla chiaro: «L’Organismo di vigilanza sarà nominato dal presidente del cda di Lfc. Non si procederà alla formazione di graduatorie di merito o per titoli, nè all’attribuzione di punteggi». Libertà totale nella scelta che cade sull’avvocato Alessio Gennari che viene nominato presidente dell’Organismo di vigilanza. Gennari però non è una novità perché è la stessa persona che ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Ogv dal luglio del 2017 fino a fine luglio dell’anno scorso e non ha segnalato anomalie nella compravendita del capannone il cui valore raddoppia in poco meno di un anno, passando da 400 mila e 800 mila euro. «L’acquisto dell’immobile in oggetto non presenta alcuna criticità», aveva scritto Gennari nella relazione del novembre 2017. Sentito da «Presadiretta» di Riccardo Iacona, Gennari, non indagato in nessuna inchiesta, ha spiegato che non ha segnalato anomalie in quanto l’Odv non ha poteri di indagine mentre ha confermato di aver ricevuto incarichi professionali da società riconducibili ad Alberto Di Rubba, l’ex presidente di Lfc, ideatore dell’acquisto del capannone, revisore contabile della Lega indagato per peculato e altri reati.
Una riconferma che, soprattutto dopo le notizie di stampa sui rapporti di lavoro tra Gennari e Di Rubba, ha provocato la reazione del Comune: «Contestiamo le modalità di nomina — attacca l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno —. Già è ridicolo che l’avviso pubblico sia durato sette giorni in pieno luglio, così come contestiamo la scelta solitaria da parte del presidente di Lfc senza che sia stata avvertita la nostra consigliera d’amministrazione. La scelta doveva essere concordata visto i precedenti che hanno leso l’immagine della società. Chiediamo che la nomina venga revocata e venga fatto un nuovo avviso pubblico». Interviene anche il presidente della commissione Cultura del Comune, Angelo Turco: «Alla luce di questa novità e di questa nomina riconvocherò una commissione, invitando l’assessore regionale Stefano Bruno Galli. Lascio a lui la scelta della data». Si muove anche l’opposizione in Regione. Paola Bocci e Fabio Pizzul (Pd) presentano una mozione in cui chiedono di rinnovare l’Odv «sostituendo per intero l’attuale», e di sciogliere in chiave di autotutela «il contratto con lo studio Scillieri», il commercialista ai domiciliari per peculato e altri reati legati alla compravendita del capannone.
Palazzo Marino «Chiediamo un nuovo avviso pubblico, si tratta di una scelta fatta in solitaria»