Una startup per le librerie indipendenti
Clienti in calo ma più propensi agli acquisti, già recuperata metà delle perdite Covid Nasce la rete per i negozi indipendenti: «Così chi non ha il sito può vendere online»
Sembra essersi ravvivato il «fuoco» sacro della lettura a Milano. Già recuperata la metà delle perdite Covid, le grandi catene indicano meno clienti nei negozi, ma maggiore propensione agli acquisti. Per le librerie indipendenti, nasce Caatalog che permette una gestione online di amministrazione e acquisti.
Reduce dal capitolo pulp «sceneggiato» dal lockdown, che ne ha divorato il fatturato con picchi negativi a due cifre (-20% a metà aprile), il mercato librario è rimbalzato a maggio sulla riapertura dei negozi, dimezzando il passivo già a luglio. «Ora i flussi di clienti sono contingentati e minori rispetto alla fase pre-Covid, tuttavia c’è una correlazione maggiore tra ingressi e acquisti» spiega Alberto Rivolta, direttore operativo del gruppo Feltrinelli, attivo in città con 12 punti vendita che, durante la quarantena, hanno sfruttato le vendite online. «Un periodo in cui è aumentata la richiesta di titoli che trattavano il tema della pandemia — sottolinea Rivolta — ma in cui c’è stata anche la riscoperta dei classici». Con la Fase 2, a dare impulso alla filiera sono state le case editrici, tornate a pubblicare opere che hanno spinto le vendite, soffiando sul sacro fuoco della lettura che a Milano sembra essersi ravvivato. «È la principale area di assorbimento delle copie fisiche, oltre che un efficiente polo bibliotecario — precisa Giovanni Peresson, direttore Ufficio studi dell’Associazione italiana editori —. Il virus ha rafforzato il prestito digitale e favorito l’acquisto di e-book, che fino al 2019 valevano soltanto il 5% del giro d’affari».
Resistono le librerie indipendenti, quelle di quartiere e «di fiducia», dove la distribuzione guarda più alla socialità che al commercio elettronico, di cui Amazon è traino.
Andrà tutto bene? A sentire Tiziana De Vecchi, titolare della Linea di Confine a Baggio, prevale l’ottimismo: «Nelle ultime settimane abbiamo lavorato tanto grazie ai testi scolastici, ma in generale c’è stata una ripresa. Credo sia dovuta alla riscoperta della periferia e dei suoi luoghi, perché ora la gente si muove meno. Ed entrano soprattutto donne». A bussare invece sono le idee: è la startup di Matteo Cuturello, Caatalog, che si rivolge ai librai indipendenti con specifico software gestionale, «il primo in cloud», per digitalizzare l’amministrazione del negozio, dal magazzino alle vendite. Uno spazio accessibile da qualsiasi dispositivo e luogo, una forma di resistenza contro i giganti del web. «La piattaforma integra un motore di ricerca che consente agli utenti di prenotare un libro del circuito — spiega il suo fondatore milanese — e offre alle piccole imprese la possibilità di vendere online anche senza un sito di ecommerce». A oggi ci sono 30 abbonati, di cui due a Milano: la libreria noir di via Padova, il Covo della Ladra, e Germi, in via Cicco Simonetta.
Rimane vigile Palazzo Marino, forte del contributo di 200 mila euro concesso dal ministero: soldi che saranno ripartiti tra 25 biblioteche rionali per arricchirne i cataloghi, purché il materiale venga commissionato alle 49 librerie risultate idonee alla fornitura. Sarà comunque un anno dalla copertina sbiadita, soprattutto per gli editori, che tra febbraio e aprile hanno dovuto sospendere i nuovi titoli. «Ma avevano già pagato costi come diritti d’autore, redazione, traduzione e addirittura stampa — riprende Peresson —. Sono perdite non ancora percepite al di fuori del comparto, a cui si aggiunge la mancata partecipazione a fiere, mostre e festival». Mesi noir. In questo scenario liquido, che sembra mescolare canali fisici e virtuali, c’è un punto fermo: incentivare la domanda con investimenti sulla scia del bonus Cultura, in un Paese dove solo il 40% dei residenti legge almeno un libro l’anno. Altro che carta canta. Bisogna tornare a mettere «l’accento» sulla letteratura, in fondo l’ultimo Premio Strega l’ha vinto «Il colibrì».