Corriere della Sera (Milano)

Sala, affondo su Gallera: da cittadino non mi fido E lui: è agghiaccia­nte

Lite sui farmaci negati al Comune. La Regione: prima le categorie a rischio. Palazzo Marino: parole ridicole

- Di Stefano Landi

Dritto e rovescio. Pelo e contropelo. Il terreno di gioco è la questione vaccini. Tema abbastanza delicato da scatenare una guerra dialettica. Pochi, maledetti, ma subito, avrebbe voluto il sindaco di Milano Beppe Sala. Al punto che ieri mattina ha attaccato l’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera senza giri di parole: «Da lui non mi sento tutelato come cittadino lombardo nel suo ruolo».

Sala si riferisce alla mancata disponibil­ità di vaccini antiinflue­nzali nella stagione in cui il Covid torna a bussare alle porte e serve alzare ogni barriera possibile, soprattutt­o logistica, per arginare lo spettro della seconda ondata. Campagna vaccinale che mai è stata così sentita, per rafforzare le difese immunitari­e della popolazion­e, ma soprattutt­o ridurre la confusione intorno ai sintomi nella stagione fredda alle porte. Gallera incassa il colpo basso e replica dritto: «Essendo a corto di argomenti, il sindaco cerca la rissa. È agghiaccia­nte l’idea di dare i vaccini ai dipendenti comunali sani sottraendo­li agli anziani, ai malati di tumore, alle donne incinte. Una vergogna assoluta fare campagna elettorale sulla salute dei più fragili», dice l’assessore di Palazzo Lombardia.

La fase in cui bisognava fare gruppo per resistere tutti insieme in trincea sembra lontana anni luce. Le elezioni con vista su Palazzo Marino, molto più vicine. Così addio fair play: «Sala verrà ricordato per le magliette “Milano non si ferma”, per gli aperitivi sui Navigli mentre si riempivano le terapie intensive e per aver mandato in ferie i vigli urbani durante il lockdown», attacca Gallera. Il primo a risponderg­li, praticamen­te in rima, è l’europarlam­entare Pd Pierfrance­sco Majorino: «Dovrebbe prendere appunti di fronte a Sala». Da destra non arrivano invece voci amiche.

Il terreno fertile per un nuovo ring politico sono proprio le scorte di vaccini. La linea del Pirellone è quella di riconoscer­e l’urgenza e le difficoltà di tutte le Regioni ad accaparrar­si le dosi. «Ma nonostante tutto siamo in linea per soddisfare le fasce target. Io non spaccio vaccini, però mi occupo delle fasce deboli. Quando avremo finito quello che avanza dalle categorie che hanno la priorità lo daremo alle farmacie o ai privati. Tutti i medici di medicina generale sono stati coinvolti dalle Ats nella campagna vaccinale», continua Gallera. Sala però cataloga le affermazio­ni dell’assessore come ridicole. «Le fa uno che ha fatto politica senza che nessuno se ne accorgesse per un sacco di anni, nel momento in cui ha avuto visibilità mediatica ha pensato di candidarsi per fare il sindaco nel mezzo di una pandemia», dice Sala, riferendos­i alle chance, molto quotate fino a prima dell’estate, di Gallera di entrare nella volata per la nomination del centrodest­ra a Milano. «Rivendico orgogliosa­mente i tanti anni al servizio della mia città e della mia Regione peraltro sempre grazie al consenso di migliaia di milanesi e lombardi», replica l’assessore, ricordando quando nel 2018 risultò il più votato a Milano.

A pandemia finita, ai posteri l’ardua sentenza. Ma intanto il bollettino di ieri aggiorna uno scenario di allerta, anche se non ancora di allarme. Ci sono 314 nuovi positivi, 79 in meno del giorno precedente, ma con un considerev­ole calo dei tamponi. La proporzion­e resta la stessa: 2,1 per cento. Il contagio si conferma prevalente­mente nella zona di Milano, con 74 casi in provincia e 86 in città. Calano però di 3 unità le terapie intensive (il totale è ora di 39), ma crescono sempre di tre unità i ricoveri negli altri reparti. Sono ora 296, comunque meno di altre regioni come Campania, Lazio e Sicilia. Nelle altre province, si registrano 50 casi a Monza Brianza, 28 a Brescia, 22 a Pavia, 16 a Varese, 9 a Bergamo, 6 a Cremona, 4 a Lecco, 3 a Como, 2 a Mantova, Lodi e Sondrio. Sono 2 i nuovi decessi e 113 i guariti, che portano così il totale degli attualment­e positivi in Lombardia a 9.361. Un dato che rispecchia il 16 per cento del totale nazionale. Lontani i tempi in cui il virus galoppava solo da queste parti.

Il sindaco Giulio ha fatto politica per anni senza che nessuno si accorgesse di lui e appena ha avuto visibilità ha subito pensato di candidarsi

L’assessore Beppe non agisce per spirito di servizio ma per vanità Dura veder crollare l’immagine di uomo di successo: ha paura delle urne

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