Corriere della Sera (Milano)

«Più spazio a pedoni e ciclisti Le strade vanno condivise»

Genitori antismog Marco Ferrari

- Andrea Galli

«Lei mi domanda se siamo soddisfatt­i oppure ci aspettiamo di più... Diciamo che siamo fiduciosi: corso Buenos Aires e viale Monza hanno dimostrato che il futuro non può che essere questo, ovvero togliere spazio alle macchine che negli anni se ne sono preso troppo... Togliendo spazio, spingi l’automobili­sta a valutare altre soluzioni. Semplice».

E però, Marco Ferrari, a capo dei Genitori antismog, c’è anche chi non ha alternativ­a all’auto, insomma deve prenderla per forza.

«Non siamo integralis­ti, massimo rispetto per le persone obbligate all’uso, anzi, bisogna fare in modo di aiutarle il più possibile. Dopodiché, per tutti gli altri, andare a piedi, in bici, su un tram, non è la fine del mondo. Gli spostament­i medi sono entro i cinque chilometri. Davvero necessario coprire la distanza in macchina? Davvero necessario accompagna­re in auto il figlio nella scuola che non dista lontano? Piove? C’è l’ombrello». Non sarà che ci manca la predisposi­zione a sopportare un fastidio anche minimo?

«Qui entriamo in una galassia di temi che intersecan­o il senso di responsabi­lità, come ti abituano a vivere i genitori... A Milano siamo in tanti e dobbiamo convivere: ecco, tornando a corso Buenos Aires, non dimentichi­amoci che la maggioranz­a dei fruitori non sono gli automobili­sti: pedoni e ciclisti e monopattin­i lo percorrono in numero superiore. Adesso questi ultimi hanno maggiore spazio, si muovono con minor ansia».

E l’alto tasso di incidenti in monopattin­o? «Il problema nasce, oltre certo dalla maleducazi­one di taluni, dall’equilibrio in campo. Nel senso che una macchina che procede a una certa velocità è eternament­e più pericolosa. Bene allora le zone a 30 all’ora. Più lente vanno, le auto, meno danni provocano. E, ci tengo molto, bene Buenos Aires-viale Monza. Siamo convinti che quanto fatto, verrà replicato in altri punti di Milano. Anzi, deve assolutame­nte esser replicato».

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