«Più spazio a pedoni e ciclisti Le strade vanno condivise»
Genitori antismog Marco Ferrari
«Lei mi domanda se siamo soddisfatti oppure ci aspettiamo di più... Diciamo che siamo fiduciosi: corso Buenos Aires e viale Monza hanno dimostrato che il futuro non può che essere questo, ovvero togliere spazio alle macchine che negli anni se ne sono preso troppo... Togliendo spazio, spingi l’automobilista a valutare altre soluzioni. Semplice».
E però, Marco Ferrari, a capo dei Genitori antismog, c’è anche chi non ha alternativa all’auto, insomma deve prenderla per forza.
«Non siamo integralisti, massimo rispetto per le persone obbligate all’uso, anzi, bisogna fare in modo di aiutarle il più possibile. Dopodiché, per tutti gli altri, andare a piedi, in bici, su un tram, non è la fine del mondo. Gli spostamenti medi sono entro i cinque chilometri. Davvero necessario coprire la distanza in macchina? Davvero necessario accompagnare in auto il figlio nella scuola che non dista lontano? Piove? C’è l’ombrello». Non sarà che ci manca la predisposizione a sopportare un fastidio anche minimo?
«Qui entriamo in una galassia di temi che intersecano il senso di responsabilità, come ti abituano a vivere i genitori... A Milano siamo in tanti e dobbiamo convivere: ecco, tornando a corso Buenos Aires, non dimentichiamoci che la maggioranza dei fruitori non sono gli automobilisti: pedoni e ciclisti e monopattini lo percorrono in numero superiore. Adesso questi ultimi hanno maggiore spazio, si muovono con minor ansia».
E l’alto tasso di incidenti in monopattino? «Il problema nasce, oltre certo dalla maleducazione di taluni, dall’equilibrio in campo. Nel senso che una macchina che procede a una certa velocità è eternamente più pericolosa. Bene allora le zone a 30 all’ora. Più lente vanno, le auto, meno danni provocano. E, ci tengo molto, bene Buenos Aires-viale Monza. Siamo convinti che quanto fatto, verrà replicato in altri punti di Milano. Anzi, deve assolutamente esser replicato».