L’era della fotografia tra tecnica e soggetti
«La fotografia accompagna l’evoluzione dell’età contemporanea, la rappresenta, la interpreta, ma ne è anche parte integrante. Si può dire che nel corso della sua vita abbia più volte letteralmente cambiato pelle, passando dal metallo del dagherrotipo al vetro della lastra fino agli innumerevoli tipi di carta su cui le immagini sono state impresse». Così Roberto Mutti introduce la collettiva di fotografia che ha curato per Milano Photofestival, intitolata «Sguardi sotto la pelle». Ospite del Centro Culturale di Milano, la rassegna presenta oltre 50 opere di noti autori internazionali dalla seconda metà dell’Ottocento a oggi provenienti da collezione privata (oggi vernice a inviti, da domani al 25-10, largo Corsia dei Servi 4, ingresso libero, tel. 02.86.45.51.62). Molto vario per soggetti, epoche e tecniche, suddiviso in cinque sezioni (human, nudo, paesaggio, ricerca, urban), il percorso espositivo trova il suo filo rosso proprio nella capacità di trasformarsi e innovarsi che la fotografia ha mostrato nel tempo, pur mantenendo coerenza, continuità e identità. Si parte dagli scatti documentari di monumenti di Giorgio Sommer per arrivare ai contemporanei Moscheni, Migliori, Romagnoli. In mezzo paesaggi di Giacomelli e Ghirri, reportage di Berengo Gardin, ritratti di Dondero, scene quotidiane di Chierichetti. (C. V.)