Gallerie d’Italia
Negli scatti storici di Publifoto la Milano da ricostruire dopo i bombardamenti del ‘43
Annus horribilis per Milano il 1943. In particolare l’estate. Perché, per indebolire il regime fascista e l’asse italo-tedesco dopo la caduta di Mussolini, in quei giorni gli alleati decidono di colpire con violenza il centro nevralgico nazionale dell’economia e della produzione: solo tra 12 e 13 agosto sulla città piovono 670 bombe e 582 ordigni incendiari. 239 fabbriche distrutte, decine di migliaia di senzatetto, Milano in ginocchio, un immenso cumulo di macerie. A raccontare questa storia che tutti ci accomuna è la mostra fotografica «Ma noi ricostruiremo. La Milano bombardata del 1943 nell’Archivio Publifoto Intesa San Paolo», aperta alle Gallerie d’Italia fino al 22 novembre. Curata da Mario Calabresi con il contributo di Umberto Gentiloni, la rassegna seleziona 70 immagini struggenti di 11 luoghi icona devastati dai raid: una Milano che non c’è più, volti, insegne, biciclette, carri, da Brera alla Scala, da corso Vittorio Emanuele a corso Garibaldi, dal Duomo a Santa Maria delle Grazie. Non sono immagini qualunque. Sono gli scatti che Vincenzo Carrese, direttore del servizio fotografico interno del «Corriere» e fondatore nel 1937 dell’agenzia fotogiornalistica Publifoto, realizza con i suoi collaboratori subito dopo le distruzioni: un crudo reportage, un documento unico e immediato che arriva a noi direttamente da quei momenti. Immagini che hanno rischiato di andare dispera se e sono state invece «salvate» da Intesa Sanpaolo, che ha acquisito l’Archivio Publifoto nel 2015: un patrimonio di circa 7 milioni di foto sulla vita in Italia tra anni Trenta e Ottanta del XX secolo, 3300 quelle che riguardano Milano in guerra. Da questa acquisizione è partito il progetto «Viaggio nell’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo» di cui la mostra milanese è il primo assaggio. Un assaggio molto eloquente, che promette emozioni, ricordi, scoperte. Ma la mostra non finisce qui: con le foto d’epoca dialogano infatti altre immagini della Milano contemporanea, lavoro di Daniele Ratti, che ha ritratto nei mesi di lockdown gli stessi luoghi di allora, dove possibile con le stesse luci e le stesse angolazioni. Per dimostrare che, se è stato possibile Milano risorgere una volta, la città sarà capace di ripartire anche adesso. Non a caso il titolo della mostra riprende la promessa, mantenuta, fatta ai milanesi da Antonio Greppi sindaco di quegli anni: «Molto si è distrutto, ma noi ricostruiremo tutto con pazienza e con la più fiduciosa volontà». Le 3300 immagini dell’Archivio Publifoto che documentano Milano in periodo di guerra sono digitalizzate e accessibili a tutti su https:// asisp.intesasanpaolo.com/ publifoto/exhibitions/manoi-ricostruiremo-milanobombardata-nel -1943-nellarchivio-publifoto-intesasanpaolo.