Picco di contagi e corsa ai tamponi
I positivi ai livelli di inizio maggio. Esami rapidi, assedio ai drive-in degli ospedali: sette su dieci senza prenotazione Movida e obbligo di mascherina, potenziati i controlli. Il prefetto Saccone chiama bar e locali
Corrono i contagi in Lombardia, seconda regione più colpita dopo la Campania. Focolai negli ospedali, da Varese a Pavia. Il numero dei nuovi positivi (+683) riporta il calendario indietro alla fine del lockdown, quando erano 689 in Lombardia, 115 a Milano (oggi 133) e 249 considerando la provincia (oggi 282), tra il 2 e il 7 maggio. Rispetto ai dati di ieri un contagiato su sei ha meno di 18 anni e spesso è asintomatico, mentre il rapporto positivi-tamponi ha superato la soglia critica del 3 per cento. Se i ricoverati aumentano, la situazione negli ospedali e nei pronto soccorso è però «ancora molto gestibile e abbastanza sotto controllo», per usare le parole del sindaco Beppe Sala.
È una primavera di ritorno. Brutto segnale. Corrono i contagi in Lombardia, seconda Regione più colpita dopo la Campania. Colpite le scuole. Focolai negli ospedali, da Varese a Pavia. Il numero dei nuovi positivi (+683) riporta il calendario indietro al 7 maggio, quando erano 689 in Lombardia, e al 2 maggio, quando a Milano erano 115 (oggi 133) e 249 in provincia (oggi 282). Rispetto ai dati di ieri un contagiato su sei ha meno di 18 anni e spesso è asintomatico, mentre il rapporto positivi-tamponi ha superato la soglia critica del 3 per cento. Se i ricoverati aumentano, la situazione negli ospedali e nei pronto soccorso è però «ancora molto gestibile e abbastanza sotto controllo», per usare le parole del sindaco Beppe Sala. Lontano dagli allarmismi ma sempre più severo sull’invito alla prudenza, il primo cittadino in coordinamento stretto con la prefettura inasprisce i controlli: «Al momento non stiamo valutando restrizioni per i locali ma a partire da stasera (ieri per chi legge, ndr) le forze dell’ordine si suddivideranno le zone, in particolare quelle della movida, per evitare assembramenti».
Sorvegliate speciali piazza Gae Aulenti (carabinieri schierati dal pomeriggio e intenti nell’opera di moral suasion, per ora senza multe), Darsena e, nel weekend, la linea metropolitana verde tra Crescenzago e Cascina Gobba. A Garibaldi e all’Arco della Pace è concentrata invece la polizia (sabato in particolare ci saranno diverse squadre). Ancora i vigili urbani rafforzano tutte le pattuglie con 14 agenti dedicati, cinque auto in corso Como e due alle Colonne di San Lorenzo. «Metteremo in campo servizi potenziati e visibili particolarmente nel weekend e con una presenza mirata anche in alcune tratte della linea metropolitana — spiega il prefetto Renato Saccone —. In parallelo lavoriamo per sensibilizzare le associazioni degli esercenti di bar e locali». Rimarca ancora Sala: «Bisogna avere molta flessibilità, non siamo in grado adesso di dare una regola che valga per il mese prossimo». Per quanto riguarda i mezzi di trasporto la riflessione del primo cittadino è sulla capienza massima all’80 per cento indicata dal governo: «Chiediamoci se non è troppo elevata — chiosa —. Ho visto le immagini della metropolitana affollata a Milano e garantisco che al limite dell’80 per cento neanche ci siamo avvicinati».
Fuori dagli ospedali, intanto, è corsa al tampone. Lo tsu
nami arriva soprattutto per il canale diretto di accesso dalle scuole, in particolare dalle superiori: insegnanti, personale Ata e studenti che hanno accusato sintomi «sospetti» e si presentano con semplice autocertificato avallato dal medico, ma senza alcuna prenotazione. A questi si aggiungono i milanesi inviati su appuntamento dall’Ats. Risultato: nei giorni scorsi code chilometriche di gente che in auto aspettava il proprio turno e attese fino a cinque o sei ore, con disordini e tensioni. «Dei circa 350 tamponi quotidiani che facciamo al San Paolo e 300 al San Carlo, più del doppio di settimana scorsa, sette su dieci sono a persone che arrivano senza prenotazione», spiega Matteo Stocco, direttore generale dell’Asst Santi Paolo e Carlo. E la proporzione (sette su dieci per accesso diretto dalle scuole) è in linea con quella degli altri punti drive through organizzati sul territorio. «Questa imprevedibilità del flusso ci ha inizialmente spiazzati creando un grosso caos soprattutto lunedì e martedì, ora a parità di numeri va meglio».
Ieri la fila era ordinata, con un servizio d’ordine, percorsi
ad hoc, dodici infermieri dedicati sui due ospedali (sei ciascuno) e attese di un paio d’ore massimo. Così era anche a Villa Marelli (Niguarda) e al Buzzi: «Rispetto a lunedì (250 persone arrivate all’improvviso) i numeri si sono più che dimezzati — racconta Gian Vincenzo Zuccotti, responsabile della Pediatria nell’Asst Fatebenefratelli Sacco —. La quota di positivi è peraltro molto bassa, è saggio usare molta prudenza ma gestire l’ansia».
Ieri in Lombardia sono stati effettuati dal servizio pubblico 22.069 tamponi, in linea con i numeri delle ultime due settimane. A questi si aggiungono quelli dei centri a pagamento come l’Auxologico e il Centro medico Sant’Agostino con enorme mole di richieste: costo tra gli 75 e i 95 euro, due giorni in media di attesa ed esito entro 48 ore. «Per ogni positivo arriviamo a tracciare circa cinquanta contatti — considerano dall’assessorato alla Sanità —. Di questi, uno su cinque risulta a sua volta positivo».